23 maggio 2018 15:08

Quest’anno la manifestazione Arf! Il festival del fumetto a Roma propone tra i tanti incontri ed esposizioni una retrospettiva dedicata a Will Eisner, uno dei maestri della storia del fumetto popolare statunitense che alla fine degli anni settanta è divenuto noto anche come il padre del graphic novel. L’esposizione, dal 12 maggio al 6 giugno 2018, è in collaborazione con la Cart Gallery ed è un caso inedito di mostra-vendita. Altre esposizioni sono dedicate ad Andrea Pazienza, al maestro spagnolo del fumetto di genere Jordi Bernet (creatore di Torpedo), al pittorico disegnatore croato Danijel Žeželj, ad Alessandro Barbucci (creatore insieme a Barbara Canepa del ciclo di romanzi a fumetti di fantascienza Sky Doll), al fumetto erotico-autobiografico e autoprodotto.

Come in tutti i mezzi d’espressione, anche nel fumetto ci sono i maestri e poi i maestri dei maestri, come ha scritto il critico Gianni Brunoro. L’ebreo statunitense Will Eisner (1917-2005) ne fa certamente parte e la sua influenza è stata grandissima nel fumetto ma anche nel cinema, come nel caso di Charles Laughton per La morte corre sul fiume e soprattutto per Orson Welles.

È stato un innovatore nell’uso delle tecniche di disegno, dei chiaroscuri, nelle inquadrature e nel montaggio della tavola. Lo è stato anche nello stile di narrazione, nell’unire registri narrativi diversi, nelle tematiche e nello sguardo sugli esseri umani fin da quando nel 1940 creò The Spirit, personaggio dall’immediato grande successo, prima per i supplementi domenicali a colori dei grandi quotidiani statunitensi, poi per le strip giornaliere in bianco e nero e ben presto, anche se sempre in collegamento con il circuito dei quotidiani, per l’industria dei comic book (gli albi a fumetti per le edicole) che cominciava la sua ascesa proprio in quegli anni, in particolare grazie a personaggi come Superman e Batman. Con il personaggio del detective Spirit, che agisce con il volto appena coperto da una sottile mascherina, già si avverte la sottile ironia iconoclasta di Eisner, che si prende gioco dei pomposi travestimenti dei supereroi.

Le storie, immerse in atmosfere avvolgenti da film noir, sono spesso a metà tra il grottesco e il realismo, i chiaroscuri, dalle soluzioni spesso inattese, assumono dimensioni simboliche, le inquadrature isolano dettagli dell’ombra squarciati dalla luce, creando non di rado, grazie a un uso sapiente della sequenzialità per immagini fisse, una ritmica inquietante e ossessiva di immagini-segno (intese anche nel suo senso semiologico) dalla valenza simbolica, espressione diretta dell’inconscio. I personaggi sembrano spesso marionette disegnate con grande sensualità materica, cinici o buffi pupazzi alienati che hanno qualcosa di sofferente e risibile insieme.

L’interrogazione esistenziale è già presente, ma divertendo il lettore. Se lo stile grafico e chiaroscurale trasfigura in chiave pittorico-espressionista l’estetica cinematografica di quegli anni, al pari di altri maestri del fumetto dei quotidiani ma riuscendo a essere estremamente personale, la dimensione è già teatrale, con qualcosa della farsa e soprattutto della comicità da pantomima. Uniche, mai viste prima, le composizioni di alcune tavole sono architetture-teatrali che Eisner sfrutta anche per compiere ardite sperimentazioni nelle azioni dei personaggi dove reinventa spazio e tempo.

Quando il creatore di Spirit viene riscoperto nei primi anni sessanta come autore centrale – portandolo per breve tempo a resuscitare Spirit con alcuni bellissimi racconti – si chiude un complesso percorso sia professionale sia umano. Eisner anticiperà e influenzerà gli autori della rivista Mad divenuta popolarissima negli anni cinquanta. Anzi, alcuni autori di Mad saranno anche suoi assistenti, come pure Jules Feiffer, noto per i suoi fumetti teatrali di satira politica per il Village Voice e il New York Times e pubblicati in Italia da Linus. Se poi gli autori di Mad influenzeranno tutto il fumetto francese popolare e d’autore degli anni sessanta, a cominciare dai creatori di Asterix, si ha un’idea della sua centralità come autore-matrice. Senza contare i tempi recenti: senza Eisner e Spirit non avremmo mai avuto la Sin City di Frank Miller.

In seguito, rivendicando il concetto innovativo di graphic novel, nel 1978 Eisner pubblica un romanzo a fumetti come Contratto con dio che nessun editore voleva. Segnerà ancora una svolta radicale. Raccontando una storia terribile quanto umana durante la Grande Depressione del 1929, fa la sintesi della sua vita, della libertà conquistata, non solo creativa ma anche spirituale, delle fatiche e dei dolori personali, in particolare la morte per leucemia dell’adorata figlia – il tema del libro è lo scontro con dio da parte di un devoto – come rivelato diversi anni dopo. In Contratto con dio, che anticipa anche il fumetto autobiografico oggi moneta corrente, Eisner spoglia il suo disegno di gran parte dei chiaroscuri, il tratto si fa veloce e guizzante ma anche statuario e fisico per dare centralità alla narrazione, ai personaggi e ai loro drammi. Ma sempre lavorando la costruzione della tavola come una sorta di architettura teatrale.

Eisner è capace di raccontare con dolcezza eventi di grande crudeltà

Seguiranno altri notevoli lavori come Il sognatore e Verso la tempesta, espressamente autobiografici, o Dropsie Avenue – dal nome del quartiere del Bronx dove viveva – capolavoro assoluto dove Eisner mette insieme elementi disparati ed eterogenei organizzandoli in una sorta di delicata ma perfetta sinfonia della vita. Romanzo centrale della serie Big City, è una narrazione insieme corale e di singoli, segnata da una profonda e naturale umanità priva di ogni retorica, un microcosmo che si fa ritratto di un’epoca.

Gli esseri umani, che per Will Eisner sono quasi formiche o scarafaggi più o meno inconsapevoli ma talvolta dotati di coscienza sull’assurdità dell’esistenza (si veda La forza della vita), sono teatranti, figurine stilizzate e talvolta, come nei bellissimi racconti brevi di Gente invisibile o nei sketch semi muti di Big City, poeti involontari di una sorta di buffa pantomima o danza della vita che sembra possederli malgrado loro. Eisner, impregnato della letteratura ebraica, in particolare statunitense, possiede una capacità unica di raccontare eventi di grande crudeltà avvolti nella dolcezza e una capacità altrettanto unica di creare personaggi con uno stile visivo calligrafico la cui densità letteraria è inseparabile da una levità grafica costantemente ispirata. Un’unitarietà totale dei due elementi, la densità letteraria e la levità grafica, che fiorisce in personaggi che sprigionano vita e verità in maniera sia intensa sia leggera come forse riesce, a questo livello, soltanto Hugo Pratt.

L’Italia è stata pioniera nel valorizzare in Europa il talento di Will Eisner. La rivista Eureka diretta da Luciano Secchi (alias Max Bunker, il creatore letterario di Alan Ford, personaggio che è un altro figlio spirituale di Spirit) ha proposto varie volte il personaggio di Spirit, poi Contratto con dio e altri racconti di Eisner. Alterlinus ha invece pubblicato i racconti più recenti di Spirit. Dopo l’importante esposizione nel 2017 al festival di Angoulême, di cui abbiamo dato conto, è quindi davvero importante che anche nel nostro paese si proponga un’ampia esposizione a lui dedicata. Con l’augurio che le tavole vendute restino sempre reperibili per altre esposizioni o per studi, auguriamo il massimo successo anche a quest’importante evento. (Francesco Boille)

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