31 ottobre 2018 16:52

Al museo di Roma in Trastevere è in corso una grande retrospettiva sulla fotografa genovese Lisetta Carmi, che include circa 170 scatti, libri e macchine fotografiche. “Ho fotografato per capire” è una delle affermazioni più ripetute da Carmi, in cui sono racchiuse l’empatia, la sincerità e lo spirito anticonvenzionale che l’hanno guidata lungo tutta la sua carriera.

Nella mostra romana i lavori più noti sono affiancati da tre progetti editoriali. Metropolitain (1965), esposto per la prima volta, è un libro d’artista sulla metropolitana parigina accompagnato dalle parole di Alain Robbe-Grillet. I travestiti (1972), probabilmente il reportage più rappresentativo dell’opera di Carmi, nasce nel 1965, durante una festa di capodanno in cui ha l’occasione di realizzare i primi ritratti; comincia così un’esperienza profonda per Carmi, che costruisce dei veri rapporti di amicizia con i travestiti di Genova: “Fotografandoli, ho capito che non esistono gli uomini o le donne. Esistono solo gli esseri umani”. Il terzo progetto è Acque di Sicilia (1977), un racconto del paesaggio siciliano e dei suoi abitanti costruito sulla ricerca dei percorsi d’acqua che attraversano l’isola; le foto sono accompagnate dai testi di Leonardo Sciascia.

La mostra Lisetta Carmi. La bellezza della verità sarà aperta fino al 3 marzo 2019. Il catalogo è suddiviso in quattro volumi, curati da Giovanni Battista Martini e pubblicati da Postcart.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it