Per otto anni Francesca Leonardi ha documentato la vita di una donna e delle sue due figlie. Claudia e le ragazze – Alessandra e Federica, di dieci e tredici anni – vivono in una casa occupata del Villaggio Coppola, sulla costa di Castel Volturno, a 25 chilometri da Napoli. Leonardi le aveva conosciute nel 2010, mentre stava fotografando il parco Saraceno, una zona occupata del Villaggio Coppola, costruito a partire dalla metà degli anni sessanta dai fratelli Cristoforo e Vincenzo Coppola. Al tempo era il più grande agglomerato urbano abusivo d’Europa.

“Sono rimasta subito colpita dalla vitalità e dal coraggio di Claudia. È stato un colpo di fulmine. Quando mi raccontò la sua storia capii che attraverso di lei avrei avuto l’opportunità di mostrare come un territorio può determinare la vita di una persona”, spiega Leonardi.

Il progetto, intitolato ‘O post mio (“Il mio posto”, in napoletano), sta per diventare un libro, edito da Postcart, a cui si può partecipare contribuendo alla raccolta fondi. Accanto alle foto, ci sono dei testi dove Leonardi racconta aneddoti e storie vissute da Claudia.

“In questi anni ha lottato tra incontri sfortunati , un desiderio di fuga e un forte legame con un luogo che la costringe in un circolo vizioso tra illegalità e sopravvivenza. Il padre delle sue figlie fu arrestato quando le bambine avevano due e quattro anni. Poi ha incontrato Emiliano con cui ha avuto una relazione violenta, finita quando è fuggito con il bambino che hanno avuto insieme. Davanti ai loro litigi mi chiedevo cosa fosse giusto fare: documentare o intervenire?”, dice Leonardi.

‘O post mio è anche un audiodocumentario.

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