Nuovi dati genetici indicano che la pandemia di covid-19 avrebbe un’origine animale. I dati, ricavati da un archivio online di dna del virus, il Gisaid, provengono da tamponi effettuati sulle superfici del mercato Huanan, a Wuhan, all’inizio del 2020, nella prima fase della pandemia (le sequenze erano state caricate dai ricercatori del Centro cinese per la prevenzione e il controllo delle malattie, e rimosse pochi giorni dopo). Il mercato di Wuhan, in cui erano in vendita animali selvatici sia vivi sia morti, è stato più volte associato all’inizio della pandemia perché i primi contagi riguardavano persone che l’avevano frequentato. I tamponi analizzati contengono sequenze del virus sars-cov-2 e di dna animale. Tra queste ultime ci sono sequenze di cane procione, un mammifero che può essere portatore di virus e trasmetterli ad altre specie. Le sequenze non dimostrano che la pandemia si sia sviluppata a partire da animali infetti, ma costituiscono un ulteriore elemento a sostegno dell’ipotesi. L’altra possibilità è che la pandemia sia nata dal rilascio non intenzionale del virus da un laboratorio scientifico di Wuhan. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1504 di Internazionale, a pagina 103. Compra questo numero | Abbonati