Nel 2023 i paesi a basso reddito pagheranno il conto più alto dal 1998 per gli interessi sui loro debiti in valuta straniera, mettendo a rischio la spesa nella sanità e nell’istruzione, scrive il Financial Times. Secondo uno studio dell’ong Debt justice, quest’anno nei 91 paesi più poveri del mondo la spesa legata ai titoli del debito pubblico in mano a investitori stranieri assorbirà in media più del 16 per cento delle entrate dei governi (nel caso dello Sri Lanka si dovrebbe arrivare al 75 per cento). La quota è destinata a salire al 17 per cento nel 2024. “Questi dati sono dovuti soprattutto al rialzo del costo del denaro deciso nel 2022 dalle principali banche centrali del mondo per contrastare il rapido aumento dell’inflazione”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati