Il 15 aprile, nel corso di una conferenza, il leader di Ennahda Rachid Ghannouchi ha paragonato la Tunisia guidata dal presidente Kais Saied al vecchio regime dittatoriale di Zine el Abidine Ben Ali. Ghannouchi ha aggiunto che era “impossibile immaginare la società tunisina senza Ennahda”, il principale partito dell’opposizione. La formazione musulmana democratica, uscita dall’ombra dopo la rivoluzione del 2011, era la principale forza nel parlamento tunisino, che nell’estate del 2021 Saied ha deciso di privare di ogni potere. La sera del 17 aprile Ghannouchi è stato arrestato, insieme ad altri tre dirigenti del partito. Il giorno dopo la polizia ha perquisito e chiuso il quartier generale di Ennahda a Tunisi. È l’ennesimo arresto compiuto tra le file dell’opposizione al presidente. Il quotidiano panarabo Al Araby al Jadid scrive che, arrestando Ghannouchi, Saied ha fatto un passo da cui “non può più tornare indietro”: “L’intensificarsi delle azioni delle autorità tunisine contro l’opposizione rappresenta una svolta molto pericolosa per il paese”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati