Fin dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, il Sudafrica si è dichiarato “non allineato” e “neutrale”. Ora gli Stati Uniti contestano la veridicità di questa affermazione. L’11 maggio 2023 l’ambasciatore statunitense a Pretoria Reuben Brigety ha accusato il Sudafrica di aver fornito armi e munizioni alla Russia con un’operazione navale clandestina nel dicembre 2022. Si riferiva a una strana serie di eventi che hanno coinvolto la Lady R, un mercantile russo colpito da sanzioni statunitensi. A novembre gli Stati Uniti hanno scoperto che si stava dirigendo verso le acque sudafricane. Qualche settimana dopo la nave ha attraccato a Simon’s Town, vicino a Città del Capo. A quel punto, ha spento il trasponder (il dispositivo che consente di rilevare la posizione). Alcuni testimoni hanno visto scaricare delle merci, mentre fonti diplomatiche sospettano che la nave non sia ripartita vuota.

Quando sono venuti alla luce i primi resoconti, la ministra della difesa sudafricana Thandi Modise ha affermato che la Lady R stava consegnando prodotti ordinati prima della pandemia di covid-19. A gennaio, dopo settimane di silenzio, un altro ministro sudafricano è intervenuto dichiarando che il governo non aveva approvato vendite di armi alla Russia. In molti paesi questo avrebbe chiuso la vicenda. Ma in Sudafrica – dove la presidenza, il ministero della difesa e quello degli esteri spesso non sanno l’uno cosa fa l’altro – dichiarazioni così perentorie sono accolte con scetticismo. Modise, un’ex combattente nella lotta contro l’apartheid che nel 2022 ha partecipato a un vertice sulla sicurezza a Mosca, non gode di fiducia nei circoli diplomatici. Inoltre il Sudafrica è pieno di armi di contrabbando e organizzazioni criminali.

Cos’è stato portato di preciso in Russia? Chi ha caricato quel materiale sulla nave? E che fine ha fatto dopo? Gli Stati Uniti non sono riusciti a ottenere risposte convincenti negli ultimi cinque mesi, perciò a quanto pare non hanno avuto altra scelta che rendere pubbliche le accuse. Un portavoce del presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha dichiarato che il governo aprirà un’inchiesta indipendente, aggiungendo però di trovare “deludente che l’ambasciatore abbia adottato una posizione pubblica controproducente”.

Scelte difficili

Le relazioni tra l’occidente e il Sudafrica sono al punto più basso dalla fine dell’apartheid, trent’anni fa. A febbraio il paese ha ospitato delle esercitazioni con le marine russa e cinese. Un mese prima la ministra degli esteri Naledi Pandor aveva accolto il collega russo Sergej Lavrov in una visita ufficiale. Secondo Pandor era “semplicistico e infantile” chiedere alla Russia di ritirarsi dall’Ucraina, “visti i consistenti carichi di armi” che quest’ultima aveva ricevuto dall’occidente.

Una cosa è ricevere lezioni di morale dai veterani di sinistra dell’African national congress, al potere in Sudafrica. Un’altra è scoprire che il paese al crocevia tra gli oceani Atlantico e Indiano sta inviando armi a Vladimir Putin. Se i dubbi dell’ambasciatore statunitense si rivelassero fondati, sarebbe grave. Ad aprile, per calmare le acque, un gruppo di funzionari di Pretoria è andato a Washington, dove alcuni deputati del congresso vorrebbero togliere al Sudafrica l’accesso preferenziale al mercato statunitense (garantito dal trattato Agoa). La fiducia degli investitori era già indebolita dal timore che l’occidente riconsiderasse le relazioni con il Sudafrica e l’11 maggio il rand, la moneta locale, è crollato.

Il Sudafrica ha davanti a sé scelte difficili. Ad agosto ospiterà il vertice dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). Un mese dopo dovrebbe accogliere un importante summit commerciale tra gli Stati Uniti e i paesi dell’Africa. Washington non è entusiasta all’idea di premiare il Sudafrica con un evento di spicco, poche settimane dopo che Pretoria ha steso il tappeto rosso per Putin (che in teoria dovrebbe essere arrestato, come richiesto dalla Corte penale internazionale). Gli Stati Uniti vogliono sapere come il Sudafrica pensa di trattare con il presidente russo. Ma finora non hanno ricevuto risposte soddisfacenti. ◆ adg

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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati