Non ci sarà pace in Siria finché Bashar al Assad sarà al potere. Non ci sarà il ritorno dei profughi né il reintegro del paese nella comunità internazionale né la riconciliazione nazionale. Il presidente siriano ha vinto la guerra grazie all’intervento dei suoi due alleati, la Russia e l’Iran, ma la sua sopravvivenza e quella del suo clan non sono garantite. A più di nove anni dall’inizio della guerra, il valore della lira siriana in rapporto al dollaro è crollato di circa il 105 per cento da maggio e del 360 per cento da giugno del 2019, secondo un rapporto dell’Onu. L’80 per cento dei siriani vive sotto la soglia di povertà. Il rischio per Assad è che la popolazione che gli è rimasta fedele durante il conflitto ora, non riuscendo più a guadagnarsi da vivere, gli si rivolti contro.

L’entrata in vigore del Caesar act statunitense il 17 giugno ha complicato ancora di più la situazione per Assad. Una forte pressione economica sul lungo periodo è come una spada di Damocle sulla sua testa, perché rende illusoria la possibilità di un ritorno alla normalità e dà credito all’ipotesi di un naufragio dello stato.

Ma sotterrare troppo presto un regime che ha mostrato di essere pronto a tutto pur di sopravvivere sarebbe un errore. Non è escluso che il clan Assad resti al potere ancora per anni, nonostante il clima ostile. Raramente la pressione economica basta a piegare un regime dittatoriale. “La situazione può peggiorare, ma quando ha fame il popolo che può fare?”, nota un diplomatico occidentale.

A meno che l’apparato di sicurezza non si rivolti contro il potere, cosa poco probabile in Siria, il regime dovrebbe cavarsela. Solo che in realtà non dipende da lui. È a Mosca e, in misura minore, a Teheran, che si decide la sorte di Assad. L’Iran è sempre più debole in Siria, mentre ultimamente la Russia ha mostrato in varie occasioni poco riguardo per Assad, senza prendere le distanze da lui. Ma da qui a ipotizzare un cambio di linea a Mosca potrebbe essere avventato. ◆ fra

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Questo articolo è uscito sul numero 1367 di Internazionale, a pagina 54. Compra questo numero | Abbonati