Ho due figlie di undici e sei anni, avute da padri diversi, e abbiamo un ottimo rapporto. Eppure, quando vanno a stare dai papà, come capita a volte nei fine settimana, tornano scontente, criticano ciò che faccio e mi dicono che preferirebbero vivere con loro. Mi devo preparare al giorno in cui vorranno farlo davvero? –Mamma per sempre

Mia nipote di cinque anni abita con mia sorella e il suo compagno in Italia, ma ogni tre mesi va a passare qualche giorno con il padre gallese nel Regno Unito. Le prime volte che il papà l’ha portata con sé, tutti, lui compreso, temevamo che sentisse la mancanza di casa. Non è mai successo, anche perché queste trasferte sono un concentrato di parchi giochi, vita in fattoria, visite ai cuginetti. Anzi, l’ultima volta che è tornata da lì ha pianto perché non voleva lasciare il papà.

Ho detto a mia sorella di non rimanerci male, perché è evidente che per una bambina sia molto più divertente restare al maneggio dei pony che tornare alla routine. Ma non è corretto mettere sullo stesso piano qualche giorno di spensieratezza con il genitore che si vede meno con la vita quotidiana, fatta di orari, compiti, rimproveri, pranzi, cene e tutto il resto.

Quello che provano le tue figlie tornando da te è un po’ di nostalgia per le giornate di vacanza passate con i padri. Ma la vita non è una vacanza e a te spesso tocca l’ingrato compito di fare il poliziotto cattivo. Eppure, man mano che le tue figlie cresceranno, ti renderai conto che il genitore su cui fanno più affidamento sei inevitabilmente tu.

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Questo articolo è uscito sul numero 1474 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati