Martoz, autore rivelato qualche anno fa da Canicola e poi Coconino con alcuni titoli notevoli, torna con un libretto fatto come sempre di poesia anarcoide, leggibile dagli adolescenti in su, ibridando però questa intenzione con una dose di follia surreale un pizzico visionaria. Un bell’esperimento ludico, rigenerante per lo spirito. Ma didattico perché qui si racconta di come “nel 1938 il chimico svizzero Albert Hofmann sintetizzò per la prima volta l’lsd, una delle più potenti sostanze allucinogene sulla Terra”. E anche perché in appendice sono proposte delle schede su delle piante che potremmo definire come droghe ma che nelle diverse aree del mondo trovano un uso tra le popolazioni indigene sempre legato a riti e pratiche spirituali. Quindi Martoz, questa volta in compagnia di Marco Rocchi come sceneggiatore, vuole fare dichiaratamente della sperimentazione prendendo spunto dalla scoperta di uno scienziato sperimentatore, la cui scoperta spingerà a sua volta le generazioni del secondo dopoguerra a sperimentare quella che poi è stata classificata come una droga. Ma qui il coloratissimo “trip lisergico”, è quasi l’opposto. Non solo non presenta alcun pericolo, ma anzi è il trionfo dell’educazione alla fantasia a briglia sciolta, surreale e con humour, intenta ad abolire parametri certi e ripetitivi per inventarne sempre di nuovi e incerti. Per essere sempre sano di mente, cioè con la fantasia in piena forma. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1605 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati