Che fine hanno fatto i democratici statunitensi? Mentre Donald Trump sembra aver cominciato una meticolosa opera di demolizione delle conquiste sociali e civili degli ultimi decenni, questa è una domanda che si fanno molte persone. Tra loro c’è Moira Donegan, columnist del Guardian.
Nei mesi successivi alla sconfitta elettorale i democratici sono apparsi confusi, combattuti e divisi. La loro è stata un’opposizione “contraddittoria e inefficace”. È sparita la vitalità del 2017, quando l’arrivo di Trump galvanizzò il Partito democratico e incoraggiò i suoi parlamentari a impegnarsi in una dura opposizione.
Oggi i democratici non sembrano impegnati a resistere ma ad accettare, scrive Donegan. Hanno definito Trump un fascista e un aspirante dittatore e al tempo stesso si sono congratulati con se stessi per aver gestito in modo ordinato il passaggio di poteri; lo hanno accusato di essere sottomesso a Elon Musk, ma si sono detti disponibili a collaborare con il progetto dello stesso Musk di smantellare il governo federale e rimodellarlo secondo i propri interessi.
In queste settimane i democratici hanno dimostrato di non avere la capacità di orientare l’agenda politica: solo l’estrema destra ci riesce e i democratici si limitano a dire sì o no. “E molti di loro stanno dicendo sì”.
Finora i democratici non “hanno mai preso una posizione da cui non si siano tirati indietro appena i repubblicani si sono opposti”. Non c’è da stupirsi se l’opinione pubblica, quando pensa ai democratici, tende a considerarli “fuori dal mondo, opportunisti e pavidi. Perché questo sono”, conclude Donegan.
La questione razziale, i diritti delle donne, delle persone lgbt+ e dei migranti, le politiche sociali, la tutela dei lavoratori, l’istruzione, le garanzie democratiche. Sono tanti i fronti interni aperti da Trump su cui i democratici statunitensi sarebbero chiamati a prendere posizione con forza ma non lo fanno.
Ed è sconfortante osservare che gran parte delle considerazioni di Moira Donegan valgono anche per i partiti di centrosinistra di molti paesi europei. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1600 di Internazionale, a pagina 3. Compra questo numero | Abbonati