Insieme a Sandra Ozzola, Sandro Ferri è il fondatore della casa editrice e/o, dal 1979 uno degli esempi più duraturi e fortunati di editoria indipendente in Italia: prima ha tradotto scrittori, spesso dissidenti, provenienti dai paesi del blocco socialista; poi ha lanciato alcuni pilastri del poliziesco mediterraneo come Massimo Carlotto o Jean-Claude Izzo; in seguito ha scovato best seller nei romanzi di Alice Sebold e Muriel Barbery e soprattutto ha pubblicato e accompagnato, ormai non più solo in Italia, Elena Ferrante.

In questo libro Ferri racconta con soddisfazione la storia di questa impresa. Spiega le ragioni che la ispirarono, si confronta con i modelli di altri editori, prova a capire il mistero che fa sì che un libro venda molte più copie di un altro e addirittura cerca di rispondere alle critiche di un collaboratore della prima ora come Goffredo Fofi. Consigli e considerazioni si alternano ad aneddoti di tempi più o meno facili, per difendere l’idea che debbano continuare a esistere quelli che lui chiama “editori-soggetto”: persone che si prendono la responsabilità di scegliere sulla base dei propri gusti e delle proprie convinzioni i libri che meritano di essere pubblicati, imprenditori capaci di stabilire (al di là degli agenti letterari) un rapporto stabile con gli autori e, così facendo, di aprirsi a quei miracoli che, come mostra questa vicenda, ogni tanto capitano. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1448 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati