Un principe, uno chef, un tenore, un operaio, un pilota, una manciata di veterani dell’esercito e una giudice s’incontrano per tramare un colpo di stato. Pochi mesi dopo il principe e ventiquattro dei suoi aspiranti sudditi si ritrovano in carcere e le immagini dei loro arresti fanno il giro del mondo. La società tedesca è sconvolta, e il complotto è un argomento di conversazione a tavola. Questi sono fuori di testa. Un colpo di stato? È una follia, no?

Sì, ma non come si potrebbe pensare: c’è davvero qualcosa di folle nella società tedesca. I confini tra una parte degli ambienti conservatori e l’estremismo violento sono ormai così sfumati che qualcosa apparentemente impossibile solo pochi anni fa è diventato possibile. Ai margini della destra si è creato un miscuglio velenoso, che ha radici negli ambienti del “pensiero laterale”, tra i sostenitori delle teorie del complotto convinti che la finanza ebraica governi in segreto il mondo (insieme ovviamente a Bill Gates). Poi c’è Alternative für Deutschland (Afd), che nel frattempo è diventato un vero movimento estremista. Questi ambienti si sono sovrapposti, rafforzandosi a vicenda. La tentazione eversiva si è estesa a una parte della borghesia ormai fuori controllo. I militanti di estrema destra non si riconoscono più dagli anfibi: ora portano anche mocassini di camoscio e sciarpe di seta.

A unire ambienti così diversi è l’idea della resistenza: se i governi sono corrotti, illegittimi e manovrati a distanza, allora resistere non è un reato ma un obbligo morale. Gli inquirenti hanno scoperto che i cospiratori avevano invitato i loro vecchi compagni della polizia e delle forze armate a unirsi al gruppo. Alcuni hanno aderito, altri no, ma nessuno ha lanciato l’allarme o denunciato. Nessuno.

A preoccupare non è tanto il fatto che i golpisti fossero a un passo dal prendere il potere, perché non ci sarebbero mai riusciti, ma che credessero sinceramente di poter convincere le masse a seguirli. Un gruppo neanche troppo piccolo di persone era convinto che i tempi fossero maturi per proclamare un nuovo Reich tedesco, se necessario con le armi. Non è il primo complotto di questo tipo: qualche mese fa la procura federale ha arrestato quattro uomini che progettavano di rapire il ministro della salute Karl Lauterbach per poi rovesciare il governo.

Agire per tempo

Per quanto assurdi, questi giochi di guerriglia si collegano alle narrazioni di resistenza presenti in altre democrazie occidentali, in particolare negli Stati Uniti. Con tutte le differenze del caso, bisognerebbe essere ciechi per non vedere similitudini tra il tentato golpe del principe e l’assalto al Campidoglio di Washington del 6 gennaio 2021. I principali punti di contatto sono l’attacco simbolico e frontale alle istituzioni e l’urgenza di ribellarsi a una democrazia considerata corrotta.

Negli ultimi anni in Germania il procuratore generale federale ha abbassato la soglia di guardia che giustifica un intervento, e i tribunali lo hanno seguito. Gli inquirenti sono diventati più attenti, si attivano anche quando nelle chat si chiacchiera molto e si agisce poco. Questo approccio ha i suoi problemi, perché non si puniscono più le azioni ma le idee. Ma gli omicidi legati all’estremismo di destra hanno dimostrato che basta un attimo per trasformare il delirio in realtà e che è giusto agire per tempo. Ma senza una destra solida, che contenga anche l’ala più conservatrice della società e tracci un confine netto con l’estremismo, le cose non funzioneranno. Resta da capire chi starà da una parte e chi dall’altra. ◆ nv

Da sapere
La banda del principe

◆ Il 7 dicembre 2022 la polizia tedesca ha arrestato 25 persone che secondo gli inquirenti stavano preparando un piano per rovesciare il governo e instaurare un nuovo ordine guidato da Heinrich Reuss, erede di un’antica casa nobiliare. Del gruppo facevano parte un’ex deputata del partito di estrema destra Alternative für Deutschland e diversi esponenti del movimento dei Reichsbürger, che contesta la legittimità della Repubblica federale e vuole ricostituire l’impero tedesco. Der Spiegel


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Questo articolo è uscito sul numero 1491 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati