13 gennaio 2016 17:51

“Prenderemo tutte le misure necessarie […] per obbligare il Nord a pagare le conseguenze di questo test nucleare”. Il 6 gennaio la Corea del Sud non ha tardato a reagire all’annuncio di Pyongyang di aver effettuato un test della bomba H. Anche il Giappone ha subito condannato questo test, presentandolo come una “grave sfida” contro gli sforzi internazionale di non proliferazione nucleare e una “seria minaccia” contro i suoi interessi.

Anche se non si è potuto accertare che sia sia trattato di davvero una bomba H, molti esperti presentano l’episodio come un nuovo tentativo di intimidazione da parte di Pyongyang, e come l’ultimo di una lunga serie di conflitti, di scontri e di colpi di mano dal 1947 tra la Corea del Nord e i suoi due vicini.

Perché la penisola coreana è divisa in due stati?

La Corea come entità statale ha origini molto antiche e si hanno notizie di gruppi di tribù presenti già duemila anni prima della nostra era. Ma è a partire dal cinquecento, dopo la fine della dominazione mongola, che nella penisola nasce uno stato forte e con una struttura amministrativa stabile. Con l’indebolimento dello stato, alla fine dell’ottocento, la Corea diventa un obiettivo conteso tra le potenze giapponese e cinese.

La colonizzazione giapponese nel ventesimo secolo

Dopo un trattato di protettorato nel 1905 che univa la Corea e il Giappone, il vicino giapponese comincia la sua colonizzazione, “legalizzata” da un trattato di annessione nel 1910. L’occupazione e la brutale colonizzazione giapponese in Corea è caratterizzata dall’espropriazione delle terre ai contadini, dallo sfruttamento economico e da una politica di promozione della cultura giapponese. Quell’occupazione provoca attentati e rivolte, come quella del 1919, che è repressa con la violenza e causa diverse migliaia di morti.

Il Giappone ha cercato di trasformare la Corea nel suo serbatoio di risorse e di manodopera, ma anche di cavie umane per scopi medici, di schiavi e di prostitute (le “comfort women” coreane “fornite” alle truppe giapponesi in particolare durante la seconda guerra mondiale).

La seconda guerra mondiale

Riunita intorno alla figura del comunista Kim Il-sung (nonno di Kim Jong-un), la resistenza contro l’occupante giapponese ottiene diversi successi. A tal punto che questa attività sul terreno permette al governo provvisorio in esilio (nazionalista e liberale) di ottenere dagli alleati l’indipendenza del paese dopo la seconda guerra mondiale. Alla fine della guerra e con la capitolazione dei giapponesi, i sovietici entrano nel nord della Corea nell’agosto 1945. Gli statunitensi invece arrivano un mese più tardi da sud e creano un governo militare a Seoul, mantenendo l’amministrazione ereditata dalla colonizzazione giapponese. Di fatto l’Unione Sovietica occupa il nord e gli Stati Uniti il sud, da una parte e dall’altra del 38º parallelo.

Una risoluzione dell’Onu impone nel 1947 libere elezioni nel paese. Nel sud va al potere l’ex capo del governo provvisorio, il nazionalista liberale Syngman Rhee. La decisione internazionale però non viene riconosciuta dall’Unione Sovietica, che non ha organizzato il voto nella parte controllata da Mosca. Così il 19 luglio 1948 è proclamata la Repubblica popolare democratica di Corea, con Pyongyang come capitale.

La guerra di Corea

Dopo molti incidenti lungo la precaria frontiera situata sulla 38º parallelo, il 25 giugno 1950 migliaia di soldati del Nord, con il pretesto di una presunta incursione del Sud, attraversano la frontiera e il 28 giugno, dopo solo tre giorni di combattimenti, cade Seoul.

Mentre all’Onu l’Unione Sovietica pratica la politica della “sedia vuota”, l’organizzazione condanna l’attacco e invia una forza composta da militari di 16 paesi con il comando affidato agli statunitensi. Il 7 ottobre tutto il territorio perduto dal Sud è riconquistato e a loro volta le forze dell’Onu attraversano il 38º parallelo. Ma quando tutta la penisola è quasi interamente riconquistata, la Cina decide di intervenire e invia truppe e “volontari” facendo arretrare le forze dell’Onu.

Perché i due stati coreani sono ancora in guerra?

Nel luglio del 1953, i due anni di negoziati e di guerra di posizione tra Nord e Sud finiscono con un semplice armistizio, con un leggero guadagno territoriale in favore del Sud. Di fatto l’armistizio era una semplice decisione politica e di conseguenza, finché una pace o una resa non sarà firmata, i due stati rimangono ufficialmente in guerra.

Del resto, nonostante la zona demilitarizzata creata tra i due stati nel 1953, in 70 anni gli scontri sono stati numerosi. Si può ricordare l’invio da parte del Nord di squadre di guerriglieri nel Sud negli anni sessanta, l’organizzazione di attentati contro i dirigenti del Sud o contro il volo 858 della Korean Air nel 1987 o più di recente, nel 2010, il Nord che ha bombardato l’isola di Yeonpyeong, che era già stata teatro di scontri navali nel 1999 e nel 2002.

In che modo la Corea del Nord ha ottenuto l’arma nucleare?

Fin dagli anni cinquanta il sud della penisola coreana è stato largamente nuclearizzato dagli statunitensi, che avevano schierato dei missili verso il Nord. Quelle testate sono state ritirate a partire dagli anni settanta. Pyongyang invece ha cominciato ad avere la disponibilità dell’arma nucleare solo dopo il lancio del suo programma clandestino nel 1998.

Si ritiene che sia stata un’organizzazione pachistana legata all’ingegnere Abdul Qadeer Khan, ad aver fornito alla Corea del Nord i piani e l’aiuto necessario per mettere a punto la bomba A. Del resto nel 2004 il padre della bomba pachistana ha riconosciuto di aver cooperato con Pyongyang e Teheran nella creazione dei loro programmi nucleari.

Ma nonostante questa serie di scontri e di tensioni, i cittadini delle due Coree cercano timidamente di tornare sulla strada della riunificazione. Il 15 giugno 2000 Seoul e Pyongyang hanno ammesso che bisognerebbe “lavorare insieme per la riunificazione” e lo hanno riaffermato nel 2007.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano francese Le Monde.

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