01 marzo 2016 16:54

Il Somaliland, una sottile striscia di territorio abitato da somali sulla costa meridionale del golfo di Aden, soddisfa quasi tutti i requisiti per essere uno stato. Ha una sua moneta, una burocrazia ragionevolmente efficiente, forze armate e di polizia preparate.

Il governo, che ha sede nella capitale Hargeisa, mantiene un rispettabile grado di controllo sul suo territorio: il paese, in linea di massima, è pacifico, in netto contrasto con la Somalia più a sud. Il Somaliland stipula contratti legali (per esempio, firma autorizzazioni per esplorazioni petrolifere con compagnie straniere) e si impegna in operazioni diplomatiche con le Nazioni Unite, la Lega araba, l’Unione europea, e con paesi come il Regno Unito, gli Stati Uniti, e la Danimarca.

Ma nessun governo straniero riconosce la sua indipendenza, autoproclamata nel 1991. Per il resto del mondo è una regione autonoma della Somalia, soggetta al governo federale somalo di Mogadiscio. Perché il Somaliland non è uno stato?

Nei periodi successivi alle indipendenze africane degli anni sessanta, la geopolitica ha rispettato per lo più i “confini coloniali” stabiliti dalle potenze coloniali europee dell’ottocento. In tutto il continente, dal 1960 ci sono state solo due modifiche significative nella mappa coloniale: la separazione dell’Eritrea dall’Etiopia, nel 1993, e quella del Sud Sudan dal Sudan, nel 2011. Sulla questione del Somaliland, l’Unione africana (Ua), a cui di solito la comunità internazionale si rimette per i problemi di confini, si è attenuta alla sua linea tradizionale: riconoscere il Somaliand significherebbe aprire il vaso di Pandora delle pretese separatiste della regione.

L’indipendenza del Somaliland richiederebbe un semplice divorzio, non una reinvenzione

Secondo l’Ua, il Somaliland potrebbe ottenere l’indipendenza solo con il consenso della Somalia. Ma sarebbe un’incoerenza, ribattono dal Somaliland: a differenza della Somalia, il Somaliland corrisponde ai vecchi confini coloniali. Inoltre, ha già avuto esperienze di statualità (prima dell’indipendenza, il territorio è stato amministrato come colonia britannica separata e, per un breve periodo di cinque giorni, ha goduto della condizione di stato sovrano).

L’unificazione della Somalia britannica con quella italiana a sud, nel 1960 portò alla costituzione della Somalia moderna, e fu una riunificazione volontaria, sostengono. L’indipendenza del Somaliland richiederebbe un semplice divorzio, non una reinvenzione.

Anche se la stessa Unione africana nel 2005 ha riconosciuto che è così, la rivendicazione del Somaliland rimane nel limbo. Il motivo risiede a Mogadiscio e nei paesi vicini. La guerra civile somala ha imperversato per 25 anni e, nonostante l’introduzione di una nuova costituzione nel 2012, il governo federale somalo esercita un controllo precario sul territorio.

Un profilo basso

Molti sono convinti che la creazione di un nuovo stato nella regione quasi certamente incoraggerebbe altre province secessioniste della Somalia (Puntland, Jubbaland e Hiranland), e porterebbe alla balcanizzazione della Somalia in base ai confini dei clan, riaccendendo allo stesso tempo vecchie tensioni regionali (tra somali ed etiopi, per esempio).

Inoltre, mettere in difficoltà il potere del governo federale di Mogadiscio, potrebbe innescare una ripresa delle ostilità tra nord e sud, rendendo quasi impossibili i negoziati di pace che vanno avanti da anni. Questo, per i vicini della Somalia così come per la comunità internazionale, è uno scenario catastrofico. Molti sostengono che qualcosa di simile stia accadendo oggi in Sud Sudan.

Rispetto alla lobby per l’indipendenza del Sud Sudan, che si è fatta molto sentire nel congresso degli Stati Uniti e anche altrove, i fan del Somaliland indipendente mantengono un profilo relativamente basso. Esistono, naturalmente: nel Regno Unito c’è un numero sorprendentemente alto di consigli comunali, come quello di Cardiff, che dichiarano di aver riconosciuto il Somaliland autonomamente.

Ma, almeno per ora, un vero e proprio riconoscimento da stato a stato resta un sogno irrealizzabile. Finché la nazione “genitrice” del Somaliland rimarrà la principale preoccupazione per la sicurezza nel Corno d’Africa, la causa dell’indipendenza del Somaliland continuerà a cadere nel vuoto.

(Traduzione di Cristina Biasini)

Questo articolo di T.G. è stato pubblicato dal settimanale britannico The Economist.

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