01 luglio 2016 09:58

Durante tutta la campagna elettorale è stato eccessivo, sopra le righe, traumatizzante. A 71 anni Rodrigo Duterte, avvocato di formazione, ha prestato giuramento giovedì 30 giugno come presidente delle Filippine per un mandato unico di sei anni, succedendo a Benigno Aquino III.

Le sfide che dovrà affrontare il nuovo capo dello stato non sono facili; dovrà lottare contro una società ancora molto ineguale, nella quale è forte l’influenza delle oligarchie familiari.

Molti filippini sperano che il nuovo presidente possa ridurre le disparità fra le classi e creare una società più giusta. Ma le loro speranze non si fermano qui e vorrebbero una riduzione della criminalità, che rappresenta una piaga per questo grande paese di cento milioni di abitanti composto per l’85 per cento da cattolici.

Maniere forti

Per riuscirci, l’ex sindaco di Davao sostiene le maniere forti, cioè la pena di morte, di cui chiede il ripristino per i narcotrafficanti, gli stupratori e gli omicidi. Quando dirigeva la seconda città delle Filippine, era stato accusato di aver fatto ricorso a degli “squadroni della morte” per ripulire le strade dagli spacciatori di droga.

Con Duterte – soprannominato Dirty Harry come l’ispettore dai metodi sbrigativi e poco raccomandabili interpretato al cinema da Clint Eastwood – alla guida del paese, “i sospetti hanno diritto di rimanere in silenzio, per sempre”, osserva il Wall Street Journal, riferendosi all’aumento del numero di uccisioni di presunti criminali dopo la sua elezione avvenuta il 9 maggio.

Il “punitore” ha preso il posto di Benigno Aquino III, che era arrivato al potere dal 2010 e di cui Richard Javad Heydarian, professore di scienze politiche all’università di La Salle a Manila, ha lodato il bilancio positivo in particolare per quanto riguarda lo sviluppo economico del paese. Che cosa farà il nuovo presidente di questa eredità, che invece Bobit S. Avila del Philippine Star giudica molto negativamente?

Il giornalista ed ex deputato Teddy Casiño è certo che le responsabilità che si dovrà assumere Duterte sono enormi sia sul piano economico (riequilibrio del bilancio, riforma del sistema amministrativo) sia su quello politico (continuazione del processo di pace con i gruppi armati musulmani) e diplomatico (posizione nei confronti della Cina). Ma il giornalista è convinto che Duterte sarà capace di affrontare questi compiti, a patto che la sua promessa di cambiamento sia sincera.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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