28 dicembre 2016 11:28

Il presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, lo ha annunciato qualche giorno fa con orgoglio: l’esercito governativo è riuscito a cacciare i miliziani di Boko Haram fuori dal “Campo zero”, la loro ultima roccaforte della foresta di Sambisa. “I terroristi sono in fuga e non hanno più un posto dove nascondersi”, si è rallegrato il presidente.

Da diverse settimane i militari erano impegnati in una vasta offensiva, l’operazione Latifya Dole, destinata a sradicare gli islamisti da questa zona dello stato di Borno, nel nordest del paese, una regione che in epoca coloniale ospitava una riserva naturale. Qui alcune studentesse di Chibok, rapite nell’aprile del 2014 (alcune di esse sono ancora tenute in ostaggio), sarebbero state tenute prigioniere nella più assoluta clandestinità. The Punch

Fino a poco fa Boko Haram controllava un’area grande come il Belgio. Oggi il movimento, che nel marzo del 2015 ha giurato fedeltà allo Stato islamico (Is), è molto indebolito. Ma questo non gli impedisce di conservare un certo potere, sul quale si basa per continuare a lanciare attacchi sia nel Borno che nei paesi confinanti, in particolare Niger e Ciad.

In sette anni di insurrezione armata, gli uomini del movimento fondato nel 2002 da Mohamed Yusuf, sostenitore dell’instaurazione di un califfato e ostile all’istruzione occidentale, hanno ucciso non meno di 15mila persone e costretto all’esilio più di due milioni di persone, ricorda The Independent.

Anche se si è rallegrato delle sconfitte inflitte a Boko Haram, rese possibili grazie anche all’aiuto degli Stati Uniti e della Germania, il capo dello stato nigeriano ha chiesto di “non abbassare la guardia”.

Il Los Angeles Times invita alla cautela visto che in passato la sconfitta degli islamisti era già stata annunciata in diverse occasioni. Evocando la loro grande flessibilità, il quotidiano statunitense ipotizza che il movimento intensificherà il ricorso agli attentati suicidi e alle uccisioni mirate.

In un’inchiesta approfondita, che ripercorre la storia del gruppo dalla sua nascita alla sua affermazione violenta, Al Jazeera spiega che nonostante le divisioni interne Boko Haram rappresenta sempre una minaccia per i villaggi isolati. E ricorda che per sconfiggerlo realmente si dovrebbe sradicare l’ideologia che ne è all’origine, basata sulla divisione sociale fra ricchi e poveri. Un obiettivo non facile da raggiungere.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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