24 aprile 2020 16:24

Amor de mãe (L’amore di una madre) è una telenovela ambientata a Rio de Janeiro che racconta le vicende e i destini intrecciati di tre madri di diversa estrazione sociale. La serie andava in onda dallo scorso novembre su Rede Globo, la principale emittente pubblica brasiliana, in prima serata, quando c’è sintonizzato un quarto della popolazione.

Poi, il 16 marzo, Rede Globo ha chiuso gli studi di registrazione come misura per contrastare la diffusione del covid-19: novemila persone sono state mandate a casa e, per la prima volta in assoluto, le soap opera in corso sono state interrotte e sostituite da repliche. Le telenovelas, con stagioni da più di 150 episodi sono trasmesse sei giorni alla settimana, e non si erano interrotte né con la dittatura militare né con le Olimpiadi di Rio.

Manuela Dias, autrice di Amor de mãe, e José Luiz Villamarim, regista, hanno lavorato per rieditare le riprese già fatte e lasciare la serie con un finale in sospeso. Una delle madri, Thelma, commette un omicidio per impedire che un’altra delle tre, Lourdes, scopra che il figlio adottivo della prima è in realtà il bambino che lei aveva perso tanto tempo fa. E questa era la parte facile della faccenda. Ora la Globo, un enorme colosso mediatico che trasmette programmi di informazione, sport e intrattenimento, deve affrontare l’enorme quesito che tutti i dirigenti televisivi, da Hollywood a Bollywood, si stanno ponendo: come colmare il vuoto tra il mondo che avevamo prima della pandemia e quello che avremo dopo e cosa produrre in futuro.

Le riprese delle soap opera sono state interrotte anche altrove, ma in Brasile la questione ha una rilevanza unica. In un paese dove le scuole statali sono fatiscenti e grandi fasce di popolazione sono davanti alla tv, le telenovelas diventano non solo un amato mezzo di intrattenimento, ma anche uno strumento di educazione e lo specchio della società. “Le telenovelas mi hanno aiutato a capire una parte di storia assente dai libri di scuola”, dichiara Ondina Saidy, un’assistente sociale di 61 anni.

Tutto il circuito è fermo, lasciando i fan senza conforto proprio ora che ne avrebbero più bisogno

Per esempio uno scandalo di corruzione negli anni ottanta ha ispirato What king am I? (Che re sono io?), una serie allegorica e satirica ambientata in un regno europeo. Avenida Brasil, una delle soap opera di maggior successo nella storia del Brasile, aveva come oggetto la vita nelle favelas e quando è cominciata, nel 2012, ha molto acceso la discussione su razza e classi sociali. Le donazioni di organi sono molto aumentate da quando nella serie un personaggio è stato salvato proprio grazie a un trapianto.

In breve, dice Maria Immacolata Vassallo de Lopes del Centro di studi sulle telenovelas dell’Università di São Paulo: “Questi show sono risorse in grado di mobilitare le persone”. E sono inoltre parte del mercato globale: milioni di statunitensi ed europei guardano le telenovelas brasiliane e messicane, nonostante le k-dramas (prodotte in Corea del Sud) abbiano cominciato a soppiantarle. I colombiani invece preferiscono le storie turche. Adesso tutto il circuito è ridotto all’immobilità, lasciando i fan senza il conforto delle telenovelas proprio quando che ne avrebbero più bisogno.

Per mandare avanti le trasmissioni di rito, nel Regno Unito la Bbc sta trasmettendo alla spicciolata episodi già pronti di EastEnders, la soap nazionale, trasmettendone due episodi alla settimana anziché quattro. In Messico, la Televisa ha messo a disposizione online grandi quantità di vecchie telenovelas da vedere gratuitamente; in Brasile la Globo sta lavorando per selezionare con attenzione i vecchi programmi da mandare in onda. Tra questi, una versione moderna di Cenerentola e un dramma storico con un sequel che uscirà più avanti quest’anno. Nel frattempo gli attori si tengono in contatto con i fan su Facebook.

Residui del passato
I network stanno esplorando un’enorme varietà di format per gli spettacoli, inclusi video girati a casa, chef che si filmano nelle loro cucine e quiz con esperti e celebrità che si improvvisano come partecipanti.

Un caso a sé è costituito da Big brother Brazil (il Grande fratello brasiliano), un vero residuo dell’era precovid, che ha per protagonisti venti giovani, uomini e donne, chiusi insieme in una casa. La Globo ha deciso di continuare a girare nonostante le versioni canadesi e italiane fossero state chiuse precedentemente. Il network ha ridotto lo staff per diminuire il rischio di contagio al minimo e il 16 marzo ha interrotto l’isolamento dei partecipanti per informarli della pandemia. Una scena simile si è vista anche nell’edizione tedesca. Gli episodi seguenti, carichi di pathos e lacrime, hanno fatto salire alle stelle gli ascolti già alti (lo scorso maggio la Globo aveva raggiunto il picco di ascolti del decennio: il 38 per cento delle televisioni del paese erano sinterizzate sul Globo). “È confortante sentire che l’intero mondo è lì nello stesso momento, unito dalle stesse emozioni”, dichiara J.B. Oliveira, direttore artistico dell’edizione brasiliana.

La portata dell’impatto della pandemia sull’intrattenimento televisivo è difficile da prevedere

Con la sospensione delle telenovelas, la cancellazione del campionato di calcio e milioni di brasiliani costretti a casa, Big brother Brazil è diventato il passatempo nazionale; celebrità e politici, compreso il figlio del presidente Jair Bolsonaro, hanno indicato i loro partecipanti preferiti su Twitter. In un recente round di eliminazione sono stati raccolti un miliardo e mezzo di voti online. E così come prima facevano per le partite di pallone, adesso i brasiliani urlano contro lo schermo per loro. “Smettetela, per l’amor di Dio”, grida Bianca Cardoso, la fondatrice di un gruppo Facebook di fan del programma, quando i partecipanti si lasciano andare a comportamenti ritenuti assolutamente rischiosi nell’era covid, come condividere i piatti o abbracciarsi.

Ben presto, però, potrebbe non doversene più preoccupare. La Globo sta prendendo in considerazione di vietare i baci quando le riprese delle telenovelas dovessero riprendere, almeno per i primi tempi. Anche le scene con grandi affollamenti saranno evitate, per limitare la necessità di comparse. Le effusioni faranno sicuramente il loro ritorno, ma alcune abitudini da quarantena, come le videoconferenze, rimarranno senza dubbio sia nella vita privata sia sullo schermo. Resta comunque il fatto che la portata dell’impatto della pandemia sull’intrattenimento televisivo è difficile da prevedere.

Soap e disinfettanti
Secondo Chico Barney, un critico televisivo brasiliano, la sperimentazione basata su produzioni con piccoli budget, come già fatto dalla Globo, potrebbe essere d’aiuto nel lungo periodo.

Le emittenti si aspettano un calo delle entrate quando le persone torneranno al lavoro, l’audience calerà, le pubblicità diminuiranno e molti abbonamenti saranno cancellati. Ma ci sarà sempre richiesta di telenovelas. E alcune di queste, come sempre accade dopo grandi eventi traumatici, introdurranno nell’intreccio il tema della pandemia. In Brasile come altrove, la crisi ha messo ancora più in evidenza le profonde disuguaglianze. I viaggiatori più ricchi hanno importato il virus ma i poveri, che dipendono da un sistema sanitario pubblico allo stremo, sono quelli che soffriranno di più. Così come in passato, le soap offriranno il riflesso e daranno forma alla visione che il pubblico avrà di ciò che è accaduto e perché.

Manuela Dias, l’autrice di Amor de mãe, ha ripreso a lavorare alla sceneggiatura, riflettendo su una questione urgente in particolare: la telenovela è ambientata nella Rio dei giorni nostri, ma le vie trafficate e le spiagge gremite che si vedono nella serie adesso somigliano di più a reliquie di un’era passata. “Mi sono tormentata a lungo su cosa fare”, dichiara Dias. “Devo introdurre il coronavirus nella telenovela? O posso risparmiare i miei personaggi?”.

Diversamente da quanto fatto dagli autori di The Archers, un dramma radiofonico britannico ambientato in un villaggio immaginario, in cui il virus arriverà a maggio, Dias ha deciso di avere pietà dei suoi personaggi. Nella soap già abbondano morte e disuguaglianza e quando si riprenderà a girare i brasiliani saranno ormai stufi di sentir parlare della malattia. “Il dilemma centrale potrebbe diventare non più se Lourdes troverà un il figlio, ma se Lourdes prenderà o meno il covid”, ironizza l’autrice. “E così tutta la trama sarebbe incentrata sulla medicina”.

Accadrà invece che un attivista per l’ambiente, che ha un figlio con una delle donne della telenovela, metterà in guardia le Nazioni Unite sul fatto che il mondo non è pronto ad affrontare una pandemia. Ma questa è una lezione che il pubblico ha già imparato.

(Traduzione di Maria Chiara Benini)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico The Economist.

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