Il 1 agosto l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump è stato incriminato con l’accusa di volere sovvertire l’esito del voto delle presidenziali del 2020. L’indagine riguarda i fatti che portarono all’assalto al congresso del 6 gennaio 2021 compiuto dai suoi sostenitori, che non riconoscevano la vittoria del candidato democratico Joe Biden. Nel presentare l’incriminazione in una breve dichiarazione a Washington, il procuratore speciale Jack Smith ha definito l’assalto “un attacco senza precedenti alla democrazia americana alimentato da bugie, bugie dell’imputato, mirate a ostacolare una funzione fondamentale del governo degli Stati Uniti”.

Sono quattro i capi d’accusa per l’ex presidente, che è anche il favorito alle primarie repubblicane del 2024. La prima è “cospirazione per frodare gli Stati Uniti”, poi “cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale e ostruzione di un procedimento ufficiale” e infine “cospirazione contro i diritti dei cittadini”.

È il terzo processo aperto contro l’ex presidente in pochi mesi e probabilmente non sarà l’ultimo: è un fatto senza precedenti per un ex capo di stato. Se i processi saranno organizzati rapidamente, Trump potrebbe essere costretto a comparire in tribunale nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali.

L’accusa e gli altri processi
“Nonostante la sua sconfitta, l’imputato era determinato a rimanere al potere. Pertanto, per più di due mesi dopo le elezioni del 3 novembre 2020, l’imputato ha diffuso menzogne ​​secondo cui vi era stata una frode che aveva alterato il risultato e che lui ‘aveva effettivamente vinto’”, osserva l’accusa. “Queste dichiarazioni erano false e l’imputato sapeva che erano false”, è scritto nel fascicolo dell’indagine. “Ma l’imputato le ha ripetute e diffuse ampiamente”, secondo il documento di 45 pagine, che spiega che Trump ha lanciato “il suo piano criminale” diversi giorni dopo le elezioni. In un brevissimo discorso a Washington, il procuratore Smith ha detto di volere un “processo in tempi brevi”. Una prima udienza preliminare è stata fissata per il 3 agosto, in un tribunale federale della capitale. Con Trump sono state incriminate altre sei persone, accusate di avere collaborato alla cospirazione, ma i loro nomi non sono stati ancora diffusi.

Trump conserva l’appoggio di buona parte del suo partito e continuerà la sua campagna elettorale

Donald Trump, 77 anni, è già sotto processo per altre due indagini: nel primo caso è accusato di aver pagato l’attrice di film porno Stormy Daniels, con il sospetto utilizzo di fondi elettorali; nel secondo caso di aver sottratto documenti riservati, conservati illegalmente nella sua villa di Mar-a Lago. Nel secondo caso si tratta di un reato federale. È il primo ex presidente degli Stati Uniti a essere sotto processo in un tribunale federale. Ma nonostante tutto conserva l’appoggio di una buona parte del suo partito e continuerà a condurre la sua campagna elettorale: è in testa nei sondaggi per le primarie repubblicane, con un distacco importante dal numero due, il governatore della Florida Ron DeSantis.

Non è ancora chiaro quale potrebbe essere l’impatto di quest’ultima accusa sulla campagna elettorale per le presidenziali del 2024. Nelle ultime settimane, l’ex presidente ha parlato di “una caccia alle streghe”, di “interferenza elettorale” e di una “strumentalizzazione politica” della giustizia per impedirgli di candidarsi. Trump continua a sostenere che le elezioni del 2020 sono state “rubate” da Joe Biden.

Per Trump i problemi giudiziari potrebbero non finire con questa inchiesta: anche un procuratore dello stato della Georgia entro settembre annuncerà il risultato della sua indagine sulle pressioni esercitate dall’ex presidente per cercare di alterare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 nello stato del sud. Il presidente democratico Joe Biden, candidato democratico per il 2024, non ha ancora commentato l’annuncio dell’incriminazione di Trump, suo principale avversario.

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