24 marzo 2017 16:13

Il 21 marzo gli Stati Uniti hanno introdotto una norma che vieta ai passeggeri dei voli provenienti dal Medio Oriente, dal Nordafrica e dalla Turchia di portare alcuni dispositivi elettronici in cabina. Il provvedimento riguarda nove compagnie aeree che operano voli diretti verso gli Stati Uniti e dieci aeroporti in otto paesi: Arabia Saudita, Giordania, Emirati Arabi Uniti, Qatar, Kuwait, Turchia, Egitto e Marocco. I passeggeri interessati dal divieto non potranno portare in cabina dispositivi più grandi di uno smartphone (16 centimetri per nove).

Poco dopo il Regno Unito ha imposto restrizioni simili, con l’aggiunta dei voli in partenza dalla Tunisia e dal Libano e l’esclusione di quelli che partono da Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Qatar e Marocco. E nelle prossime settimane altri paesi, tra cui la Francia e l’Italia, potrebbero adottare provvedimenti simili.

L’amministrazione Trump ha spiegato che secondo alcuni rapporti d’intelligence i gruppi terroristici hanno intenzione di colpire aerei in volo verso gli Stati Uniti. In particolare, un funzionario del governo ha rivelato al Washington Post che un gruppo siriano starebbe cercando di piazzare bombe all’interno dei dispositivi elettronici. Molti hanno criticato questa spiegazione e il provvedimento in generale. La Casa Bianca è rimasta molto vaga su quali siano queste minacce, e inoltre non ha spiegato perché i dispositivi elettronici saranno vietati in cabina ma non nella stiva.

Il presidente contro l’Fbi
Il direttore dell’Fbi, James Comey, ha confermato durante un’audizione al congresso che la sua agenzia sta indagando sui tentativi del governo russo di condizionare l’esito delle elezioni presidenziali del 2016. Gli agenti stanno anche cercando di capire se i consiglieri di Trump hanno collaborato con i funzionari russi.

Comey ha spiegato che l’indagine è cominciata nel luglio del 2016, e che a dicembre dello stesso anno l’Fbi è arrivato alla conclusione che l’obiettivo della Russia fosse quello di indebolire la fiducia dei cittadini statunitensi nei confronti del sistema elettorale e fare eleggere un candidato con posizioni più vicine a quelle del presidente russo Vladimir Putin. Sollecitato dalla commissione per l’intelligence della camera dei deputati a spiegare quali siano le prove in possesso degli agenti, Comey è rimasto sul vago, limitandosi a dire che “l’Fbi decide di aprire un’indagine di questo tipo quando ci sono accuse credibili che un americano si comporti come agente di un governo straniero”.

Durante la sua testimonianza, Comey ha anche detto che l’Fbi non ha trovato prove a conferma dell’accusa fatta da Trump all’ex presidente Barack Obama di averlo fatto intercettare durante la campagna elettorale.

Trump ha risposto su Twitter accusando i democratici di aver inventato e diffuso la storia sulla Russia per nascondere gli errori fatti in campagna elettorale.

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Il presidente ha anche ripetuto, durante un incontro alla Casa Bianca con la cancelliera tedesca Angela Merkel, le sue accuse contro Obama.

Tillerson in Cina
Il 19 marzo il segretario di stato Rex Tillerson ha incontrato il presidente cinese Xi Jinping a Pechino. Il segretario di stato ha parlato della necessità per gli Stati Uniti di “cooperare” con la Cina, mostrando un atteggiamento molto meno bellicoso di quello avuto da Trump in campagna elettorale. Il Global Times, l’organo del governo di Pechino in inglese, in un editoriale intitolato “Cina e Stati Uniti migliorano la comprensione reciproca” ha scritto che “da quando Trump è entrato in carica, sembra che mantenere rapporti amichevoli con Washington sia diventato più difficile, ma gli Stati Uniti hanno anche lanciato nuovi segnali di apertura”.

Nei giorni precedenti Tillerson era stato in Giappone e in Corea del Sud. Parlando della minaccia nordcoreana con i rappresentanti di quei paesi, il segretario di stato aveva detto che “l’opzione militare contro Pyongyang è sul tavolo”.

Rapporti tesi con Merkel
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha incontrato per la prima volta Trump alla Casa Bianca. I due leader sono sembrati su posizioni diverse sull’immigrazione e l’accoglienza dei rifugiati, sui rapporti commerciali tra Unione europea e Stati Uniti e sul ruolo della Nato. Trump si è rifiutato di stringere la mano alla cancelliera.

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Su Twitter Trump ha detto che in realtà l’incontro con Merkel è andato benissimo, e ha spiegato che gli unici contrasti riguardano i contributi della Germania alla Nato, che secondo il presidente non sono sufficienti.

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Politiche poco popolari

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Un altro via libera all’oleodotto
Il 24 marzo l’amministrazione Trump ha annunciato che concederà il permesso per la costruzione dell’oleodotto Keystone Xl, un progetto che era stato bloccato dall’amministrazione Obama ed è contestato dagli ambientalisti. L’oleodotto trasporterà il petrolio prodotto dalle sabbie bituminose del Canada e si collegherà a un altro già esistente per portare il greggio fino alla costa del Golfo.

Soldi per andare su Marte
Trump ha ratificato un progetto di legge che concede alla Nasa 19,5 miliardi di nuovi fondi. Era da sette anni che non veniva approvato un finanziamento simile per l’agenzia spaziale, il cui obiettivo è portare l’uomo su Marte entro il 2030. La Nasa è uno dei pochi enti, insieme al Pentagono e al ministero per i reduci di guerra, che non subirebbe pesanti tagli di fondi nella proposta di bilancio presentata dalla Casa Bianca al congresso.

Il primo mattone nel muro
Trump ha lanciato la prima gara d’appalto da 600 milioni di dollari per cominciare la costruzione di un nuovo muro al confine con il Messico. Entro il 29 marzo le aziende dovranno presentare la loro proposta per la barriera e poi dovranno costruire dei piccoli prototipi. Secondo i piani dell’amministrazione Trump, il muro dovrà essere alto almeno cinque metri e mezzo e profondo quasi due metri. Nel bando l’amministrazione specifica anche che la barriera dovrà essere “esteticamente gradevole” in modo che i suoi colori e i materiali usati si integrino con il lato nord della frontiera. Non vengono specificate le caratteristiche della parte del muro che si affaccia sul confine sud. I vincitori della gara saranno annunciati a maggio. Tra i candidati ci sono anche molte aziende messicane.

Non è ancora chiaro quale sarà il costo totale del muro. Secondo Trump serviranno tra i dieci e i dodici miliardi di dollari, ma il dipartimento per la sicurezza ha fatto una stima di circa 21 miliardi. Il presidente continua a sostenere che sarà il Messico a pagare, ma il governo messicano ha sempre respinto questa possibilità.

Debiti universitari
La Casa Bianca ha cancellato le linee guida volute da Barack Obama per proteggere gli studenti in ritardo con il pagamento dei loro debiti universitari.

Un ufficio per la figlia
Ivanka Trump, figlia del presidente, avrà un ufficio nella west wing, l’edificio della Casa Bianca dove si trovano lo studio ovale e altri organi esecutivi della presidenza. Secondo molti analisti è la dimostrazione che il ruolo di Ivanka nell’amministrazione sta diventando sempre più importante, e alcuni sono preoccupati del fatto che abbia potere e accesso a informazioni riservate una persona che ufficialmente non ricopre nessun incarico nell’amministrazione.

Il giudice sotto esame
Il 20 marzo sono cominciate in senato le audizioni per confermare la nomina di Neil Gorsuch come nono giudice della corte suprema. Gorsuch è considerato un giudice molto conservatore che segue alla lettera il testo della costituzione. I repubblicani non hanno i sessanta voti necessari per far passare la nomina, e i democratici potrebbero decidere di fare ostruzionismo. In quel caso Trump non esclude il ricorso a una norma parlamentare prevista dalla costituzione che permetterebbe di aggirare l’ostruzionismo.

Un seggio della corte suprema è rimasto vacante all’inizio del 2016, quando è morto il giudice conservatore Antonin Scalia. Barack Obama aveva nominato il giudice Merrick Garland, ma i repubblicani al senato si erano rifiutati di discutere la sua candidatura. Se la nomina di Gorsuch dovesse essere confermata, alla corte suprema ci sarebbero cinque giudici conservatori e quattro progressisti.

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