È sorprendente quanto poco si parli della pandemia di covid-19 nelle analisi su “come siamo arrivati a questo punto”. Un fatto che ha toccato tutto il mondo e ogni aspetto sociale ha inevitabilmente lasciato impronte sulle nostre vite a ogni livello, ma la resistenza individuale e collettiva a parlare di eventi di questo tipo porta spesso a sottovalutarne gli effetti profondi. Questa dinamica riguarda tutti ma, come spesso succede, è particolarmente esasperata nel caso degli Stati Uniti. È inevitabile partire dalle questioni che hanno a che fare con la salute.

Nelle ultime settimane in Texas è scoppiata un’epidemia di morbillo che ha causato centinaia di contagi e la morte di un bambino non vaccinato, il primo decesso per questa malattia da dieci anni. I contagi sono partiti dalla contea di Gaines, che nel 2024 aveva uno dei tassi più alti di bambini non vaccinati per il morbillo e altre malattie per motivi religiosi. Tra il 2013 e il 2023 la quota di scolari che non hanno fatto i vaccini raccomandati è più che raddoppiata, passando dal 7 al 18 per cento. La risposta immediata dei politici locali è rivelatrice su come la pandemia abbia cambiato il discorso pubblico sulla sanità. Invece di affrontare la crisi sanitaria, i legislatori del Texas hanno continuato a discutere nuovi progetti di legge per allentare le norme sui vaccini. Nel primo mese della sessione legislativa sono state introdotte 37 proposte di legge contro i vaccini, tra cui una che renderebbe più facile per i genitori esentare i figli dagli obblighi vaccinali e un’altra che darebbe ai politici, invece che ai funzionari sanitari, il controllo su quali siano i vaccini obbligatori.

La politica della crudeltà
Donald Trump ha smantellato l’agenzia del governo statunitense che finanziava progetti umanitari in tutto il mondo. La decisione colpirà milioni di persone. E rivela un’idea delle relazioni internazionali basata sulla forza

Le pressioni per far approvare queste proposte sono partite dalla Texans for vaccine choice, un’organizzazione contraria ai vaccini. La leader del gruppo, Rebecca Hardy, ha ammesso all’Economist che prima della pandemia gli attivisti come lei dovevano parlare a bassa voce nei corridoi del campidoglio del Texas, ma nel 2020 è cambiato tutto: “Le persone hanno cominciato a informarsi su internet per fare il vaccino contro il covid-19 e lo scetticismo è aumentato. A quel punto le mamme texane che erano già contrarie ai vaccini sono entrate nelle grazie dei ricchi finanziatori del Partito repubblicano, e i legislatori hanno cominciato a corteggiarle per ottenere il loro sostegno”. Per molto tempo gli statunitensi sono stati più favorevoli ai vaccini rispetto agli europei, oggi invece la maggior parte dei contenuti online contro i vaccini proviene dagli Stati Uniti.

In quel periodo si sono innescate dinamiche che hanno cambiato in modo profondo l’opinione pubblica. L’ostilità verso i vaccini e le misure restrittive approvate per contenere il virus si è fusa un po’ alla volta con il malcontento nei confronti delle istituzioni sanitarie che covava da decenni in vari settori della società, dando vita a qualcosa di simile a una nuova visione del mondo, basata sulla diffidenza verso tutto ciò che ha a che fare con il governo. Dal movimento Make America great again è nato il Make America healthy again (Maha, rendiamo l’America di nuovo sana), in cui è confluito di tutto, spiega il New York magazine: “Gli hippie fissati con l’alimentazione naturale; le donne antifemministe che cucinano pasti ‘ancestrali’; i tanti pazienti, spesso donne, le cui malattie debilitanti sono spesso ignorate dai medici, e che hanno finito per ricorrere a medicine alternative e all’autodiagnosi; i sostenitori di teorie false come quella secondo cui i vaccini causano l’autismo; tante persone comprensibilmente preoccupate da problemi che le autorità non sono riuscite ad affrontare e aggravati dallo strapotere delle multinazionali, come l’obesità e l’abuso di oppiodi.

I seguaci del Maha hanno trovato il loro paladino in Robert Kennedy Jr., la cui storia in effetti contiene tutte le contraddizioni del movimento – avvocato per anni impegnato nelle battaglie contro l’inquinamento e propagatore di teorie complottiste, democratico diventato fervente trumpiano – e che è stato scelto da Trump come segretario alla salute e alle risorse umane. Di fronte alla diffusione del morbillo in Texas, Kennedy ha promosso rimedi antiscientifici come l’olio di fegato di merluzzo (che contiene vitamina a), poi di fronte alle tante critiche ricevute ha invitato le famiglie a vaccinare i bambini, attirandosi curiosamente le ire del movimento Maha.

Questo slittamento ha innescato tendenze politiche impensabili fino a poco tempo fa. Abbiamo sempre dato per scontato, per esempio, che i giovani statunitensi sono in maggioranza, e solidamente, progressisti. Nel 2008 l’enorme partecipazione e affluenza giovanile portò Barack Obama alla Casa Bianca, e nel 2020 gli elettori tra i 18 e i 29 anni si schierarono nettamente con Joe Biden (24 punti di vantaggio su Trump in questa fascia elettorale). Nel 2024 Trump ha colmato la maggior parte del divario, perdendo gli elettori sotto i 30 anni con un margine di soli 4 punti (51 a 47). Secondo un sondaggio condotto dalla Cbs a inizio febbraio, gli americani sotto i trent’anni sono più favorevoli a Trump rispetto a chi ha più di 65 anni.

Lo spostamento a destra dei giovani rientra in una grande ondata conservatrice alimentata dall’inflazione, dalla debole crescita dei salari e dall’aumento dei flussi migratori, ma anche l’esperienza della pandemia sembra aver avuto un ruolo decisivo. Ha scritto Derek Thompson sull’Atlantic: “Secondo gli studi, dopo le pandemie la fiducia nelle autorità scientifiche tende a ridursi invece che ad aumentare. Un’analisi svolta dal Systemic Risk Center della London School of Economics in vari paesi ha rilevato che le persone che affrontano un’epidemia quando hanno tra i 18 e i 25 anni hanno meno fiducia nella leadership scientifica e politica. Questa perdita di fiducia dura per anni, perfino per decenni, in parte perché le idee politiche tendono a consolidarsi intorno ai vent’anni”.

Il voto decisivo dei maschi più giovani
Trump è riuscito a guadagnare consensi tra gli elettori che votavano per la prima volta, e in questo modo ha spaccato la tradizionale base del Partito democratico.

Una tesi confermata dai dati raccolti dall’Harvard Political Review, secondo cui i giovani statunitensi che hanno votato per la prima volta nel 2024 erano “più sfiduciati che mai sullo stato della politica americana”. Un’analisi del 2024 sugli elettori sotto i 30 anni ha rilevato i “livelli più bassi di fiducia nella maggior parte delle istituzioni pubbliche dall’inizio del sondaggio”.

Bisogna poi considerare che durante e dopo la pandemia si sono ridotte drasticamente le interazioni dei giovani statunitensi nel mondo reale ed è aumentato fortemente il tempo che trascorrono sui social media. Online c’è stata una proliferazione di spazi frequentati quasi solo da uomini, che in molti casi sono diventati sacche di risentimento antifemminista che hanno contribuito ad avvicinare alla destra molti giovani, soprattutto quelli che un tempo non votavano o non si interessavano di politica.

Allargando lo sguardo, si può interpretare lo spostamento a destra di tutto il settore tecnologico anche come una risposta a ciò che è successo durante la pandemia, quando furono introdotte misure a tutela dei lavoratori e di giustizia sociale che sono state mal digerite dai capi della Silicon valley.

Dopo la fine dell’emergenza sanitaria c’è stata una reazione che ha riguardato sia il lato aziendale, con i dirigenti che hanno cercato di riprendere il controllo sulla forza lavoro, anche imponendo alle persone di tornare in ufficio, sia il lato politico e culturale, nel senso che i leader del settore hanno fatto marcia indietro sulle politiche di moderazione dei contenuti e sono diventati più sfacciati nell’usare la loro presa sul dibattito pubblico per imporre la propria visione del mondo, per poi allearsi con la nuova amministrazione Trump.

Sono tanti altri i modi in cui la pandemia ha cambiato gli Stati Uniti. Secondo David Wallace-Wells, opinionista del New York Times, ha inaugurato una nuova era di darwinismo sociale, ha fermato il declino del cristianesimo negli Stati Uniti, ha messo fine a un decennio di grandi proteste per la giustizia sociale, ha sconvolto la vita delle città, ha affondato il sogno della sinistra di una vera trasformazione politica, ha causato la sconfitta di Trump nel 2020 e poi ha condannato la presidenza di Biden, ha stravolto la geografia del lavoro, ha contribuito a far entrare il paese in una nuova era di crescita economica, ha fatto schizzare alle stelle il debito pubblico, ha alimentato la propensione degli americani a scommettere e a investire in modo rischioso, ha radicalizzato le posizioni degli americani sull’immigrazione, ha danneggiato e spaventato una generazione di bambini.

Questo testo è tratto dalla newsletter Americana.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it