Anche in Germania, l’immigrazione è diventata il tema principale della campagna elettorale per le elezioni legislative di febbraio, e tutti i partiti stanno assumendo delle posizioni sempre più rigide. Il 29 gennaio la camera bassa del parlamento tedesco, il Bundestag, ha approvato due mozioni per una politica migratoria più severa che includa controlli permanenti alle frontiere.
Il leader dell’Unione cristianodemocratica (Cdu), Friedrich Merz, che secondo i sondaggi potrebbe diventare il prossimo cancelliere, aveva depositato la mozione il 28 gennaio, vincendo di misura la votazione il giorno successivo con il sostegno del partito di estrema destra Alternative für Deutschland (AfD).
Per la prima volta si è configurata un’alleanza tra i due partiti, che potrebbe prefigurare una possibile coalizione di governo dopo le elezioni. Merz ha detto che, se il suo partito dovesse vincere le elezioni del 23 febbraio, attuerà il piano sull’immigrazione il più rapidamente possibile. In molti però si chiedono se le sue proposte siano in linea con il diritto tedesco ed europeo. La Germania fa parte dell’area di libera circolazione Schengen, dove i controlli alle frontiere sono consentiti solo “nel caso di una grave minaccia per l’ordine pubblico o la sicurezza interna”. Controlli che sono stati ripristinati solo durante la pandemia di Covid-19 e in seguito agli attacchi terroristici.
Quindi, il pattugliamento del confine tedesco, lungo 3.700 chilometri, non è legale con le regole vigenti. Nel Bundestag tedesco una mozione ha il valore di una raccomandazione al governo su una questione specifica. Sebbene non vincolanti, queste sono spesso presentate per fornire delle indicazioni politiche. In questo caso, la mozione è stata presentata insieme alla “Legge sulla limitazione degli arrivi”, proposta dai partiti di centrodestra Cdu e Csu, che tuttavia il 31 gennaio non è stata approvata.
Il disegno di legge chiedeva di limitare “l’afflusso illegale di cittadini di paesi terzi” e di sospendere il ricongiungimento familiare per le persone che hanno già ottenuto la protezione sussidiaria. Sebbene la mozione approvata il 29 gennaio non sia vincolante e non abbia effetti legali immediati, ha scatenato un dibattito molto duro. Sul tema è intervenuta anche l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha ammonito Merz sulla possibilità di convergere con l’Afd su questi temi.
Merkel ha anche criticato la Cdu per avere fatto approvare le mozioni grazie ai voti dell’Afd, ricordando al leader del partito che lui stesso aveva proposto un patto per evitare di formare una maggioranza con la fazione di ultradestra di Alice Weidel. “È un errore rinnegare quest’impegno”, ha affermato in un comunicato l’ex cancelliera, al governo dal 2005 al 2021, aggiungendo che fino ad allora non era mai stato approvato un provvedimento con i voti dell’Afd (considerato troppo vicino a ideologie razziste e nazionaliste).
“Tutti i partiti democratici dovrebbero collaborare, con lealtà e senza tatticismi, alla politica migratoria tedesca, senza violare le regole europee”, ha affermato Merkel, che durante il suo mandato, nel 2015, ha accolto un milione di siriani in Germania e ha guidato le politiche migratorie europee di quegli anni. Secondo l’ex cancelliera, l’obiettivo comune dovrebbe essere “prevenire attacchi orribili come quelli avvenuti di recente a Magdeburgo e ad Aschaffenburg”.
Merz, però, ha più volte criticato Merkel sulle scelte relative all’immigrazione, accusandola di essere stata troppo permissiva. Ancora un volta, quindi, sul tema migratorio si sperimentano alleanze politiche che guardano all’estrema destra.
Questo articolo è stato tratto dalla newsletter Frontiere.
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