16 dicembre 2022 11:59

Some say ice
Alessandra Sanguinetti, Mack
Il nuovo libro della fotografa argentina è un gioco di incastri nei ricordi d’infanzia e nelle suggestioni letterarie e visive. Ma non ricordi qualsiasi, bensì il ricordo che ha spinto Sanguinetti ad avvicinarsi e appassionarsi alla fotografia: negli anni settanta, a Buenos Aires sfoglia Wisconsin death trip di Michael Leasy, che accosta le foto di fine ottocento di Charles Van Schaick – scattate nella cittadina statunitense di Black River Falls – a cronache dei giornali locali. Racconti di vita e morte che restano impressi nella mente della fotografa finché decide a sua volta nel 2014 di vedere con i propri occhi quella comunità del midwest rurale e realizzare più che un reportage un viaggio personale dove le foto funzionano come contenitori di simboli e misteri. (Giovanna D’Ascenzi)

Sorry I gave birth and I disappeared but now I’m back
Andy Galdi Vinko, Trolley books
“Amo essere una madre. Amo anche essere un’artista”. La frase della fotografa ungherese Andy Galdi Vinko è una dichiarazione di intenti mescolata al desiderio di riflettere su quanto possa essere difficile e delicato calarsi in questi due ruoli e cercare di svolgerli come si vorrebbe. Il libro è realizzato come un diario, in cui una dopo l’altra scorrono immagini scattate dalla fotografa a se stessa e a delle sue amiche, ancor prima di sapere quale sarebbe stato il risultato. Ci sono foto più esplicite ad altre evocative, a volte anche ironiche: l’accoppiamento di due tartarughe e le ragadi su un capezzolo dove sembra essere spuntato un fiore. Grazie a questo ritmo alternato e denso – c’è pochissimo spazio bianco, ad eccezione di alcune pagine in cui si leggono frasi scritte con una grafia infantile – ci immergiamo nelle domande che si pone Galdi stessa: perché anche se fare un figlio è un’esperienza così universale può far sentire le persone così sole? Cosa ne è della libertà, degli amici, del desiderio sessuale di una donna quando diventa madre? (Rosy Santella)

Dal libro I travestiti, fotografie a colori. (Lisetta Carmi, Martini & Ronchetti )

I travestiti, fotografie a colori
Lisetta Carmi, ContrastoBooks
Morta lo scorso luglio all’età di novantotto anni, Lisetta Carmi ha segnato la storia della fotografia. Negli anni sessanta è stata la prima a documentare quella che oggi chiameremmo una comunità lgbtq+, ignorando i tabù dell’epoca e svelando, con grande empatia e delicatezza, la realtà di chi si trova ai margini della società. Il suo libro del 1972 I travestiti, sulle persone che vivevano e lavoravano nell’ex ghetto ebraico di Genova, fece scandalo, tanto che molte librerie si rifiutarono di venderlo. Ora, a cinquant’anni dalla sua pubblicazione, ContrastoBooks pubblica un nuovo volume, fortemente voluto dalla stessa fotografa, con immagini a colori inedite ritrovate nell’archivio di Carmi nel 2017. Un vero tesoro, che permette una nuova lettura del lungo lavoro della fotografa con la comunità dei travestiti di Genova. (Elena Boille)

Another country. British documentary photography since 1945
a cura di Gerry Badger, Thames & Hudson
In questo volume imponente – 300 pagine per contenere 250 foto scattate da circa 160 autori – il critico Gerry Badger riesce nell’operazione di raccontare la fotografia documentaria nel Regno Unito partendo dal 1945 a oggi. Ma come ci spiega subito nell’introduzione, qui il concetto di documentario va inteso in maniera molto ampia. Terreno infatti poco frequentato e maltrattato dalle istituzioni (come la Royal photographic society) che dall’invenzione del mezzo considerano solo il pittorialismo come arte fotografica, bisogna aspettare gli autori emigrati nel paese tra le due guerre mondiali, come Bill Brandt, per assistere alla rinascita di una fotografia in grado di interrogare la realtà. La selezione di Badger esce fuori dal recinto costrittivo del genere e include come “documenti” opere che parlano della società britannica attingendo anche a metodi e linguaggi diversi, per esempio con scene ricostruite (Hannah Starkey), foto-testi (Jo Spence) o collage (Linder). “La fotografia può essere uno specchio e riflettere la vita così com’è”, disse Tony Ray-Jones, uno dei più grandi fotografi del paese, “ma credo che sia possibile anche attraversare, come Alice, lo specchio e scoprire un altro mondo con la fotocamera”. (Giovanna D’Ascenzi)

Hand of pork, 1988, dal libro Another country. (Paul Reas)

L’infinito istante
Geoff Dyer, Il saggiatore
Il sottotitolo “Saggio sulla fotografia” potrebbe ingannare, o spaventare, ma lo stile e il contenuto di questo libro, che finalmente è stato ristampato in Italia, sono piuttosto lontani da quella forma. Dyer, che non è uno storico della fotografia né un fotografo, come lui stesso dichiara all’inizio del volume, intraprende un viaggio molto personale attraverso l’associazione di immagini accomunate da alcuni dettagli. Il tutto spaziando tra linguaggi e periodi storici diversi. (Rosy Santella)

How to raise a hand
Angelo Vignali, Witty Books
Dopo la morte del padre illustratore, Angelo Vignali scopre una scatola contenente 313 stampe in bianco e nero e disegni che l’uomo aveva raccolto durante la sua vita. Niente di troppo strano se non fosse che quello che viene continuamente e ossessivamente raffigurato in questi materiali sono le dita del padre. La scoperta innesca l’idea di un progetto che instaura un nuovo dialogo tra i due uomini, una collaborazione immaginaria tra le stampe esistenti e i calchi che Vignali realizza delle sue mani. Un lavoro sperimentale che attraverso il tatto e la vista parla di famiglia, memoria e identità. (Giovanna D’Ascenzi)

A sinistra, la copertina di How to raise a hand e a destra, un interno del libro. (Angelo Vignali)

Un tempo in Cina
Danilo De Marco, Forum
Spesso i fotoreporter evitano di pubblicare le immagini in cui le persone ritratte guardano in macchina, perché svelano la presenza del fotografo, che perde la sua aura di testimone invisibile. Invece in questo grande volume, pieno di immagini su doppia pagina, ci sono decine di occhi che ci scrutano. Sarà che De Marco è un fotoreporter particolare, che usa la fotografia soprattutto per entrare in relazione con l’altro, consapevole che solo nello scambio si può provare a dare un senso alle cose. Il libro raccoglie gli scatti in bianco e nero fatti nel 1992 durante un lungo viaggio attraverso la Cina. Sfogliandolo, non si torna semplicemente indietro nel tempo, perché le azioni, gli sguardi, i momenti che De Marco coglie non sono solo quelli dell’umanità di allora, ma anche di quella di oggi, in qualsiasi parte del mondo ci si trovi. (Elena Boille)

Colpo d’occhio
a cura di Alessia Tagliaventi, Contrasto
All’interno del libro c’è un cartoncino nero con al centro un foro. È un invito ad avvicinarsi, a soffermarsi sugli elementi delle immagini selezionate dalla curatrice Alessia Tagliaventi in questo libro pensato per ragazze e ragazzi. Ogni foto è accompagnata dal racconto di dove e quando è stata scattata, ma soprattutto lascia in chi guarda degli interrogativi. Un lavoro interessante e necessario, visto che la fotografia manca tra le materie di insegnamento a scuola. Per imparare fin da piccoli ad andare oltre le apparenze, a cambiare punto di vista, a mettersi nei panni di chi scatta e a ripensare il modo di osservare la realtà. (Rosy Santella)

Le scelte di Christian Caujolle

Undertow
Damien Daufresne, Blow Up Press
Uno dei migliori libri visti probabilmente negli ultimi venticinque anni. Un oggetto in cui sono intrecciate fotografia e pittura, perfettamente realizzato da un artista in grado di dire “io” con una voce universale. Un modo unico di costruire un mondo fluttuante, ai limiti della rappresentazione, per lasciare mescolare le emozioni, tra storia intima e sogno, corpo e natura, tenerezza e incertezza.

Siempre que. (Céline Croze, Éditions Lamaindonne)

Siempre que
Céline Croze, Éditions Lamaindonne
In una sorprendente palette di colori scuri, una storia d’amore e di morte a Caracas, in Venezuela. Un racconto in prima persona che evita le insidie del diario e del narcisismo e non perde mai d’intensità. La vita a mille all’ora tradotta con una sincerità assoluta.

Renverser ses yeux autour de l’arte povera 1960-1975. Photographie, film, vidéo
Autori vari, Atelier EXB
Il catalogo che accompagna una grande mostra parigina su un aspetto poco conosciuto di uno dei movimenti artistici più importanti del ventesimo secolo. Molte scoperte di immagini di artisti famosi. Un gran piacere.

William Eggleston: The outlands, Selected works
David Zwirner Books
Un libro magnifico, straordinariamente stampato, che contiene numerosi inediti di un pioniere della fotografia a colori. Le pubblicazioni dedicate all’opera di Eggleston da qualche anno si moltiplicano ma questo volume è uno dei più riusciti.

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