We are at war
Phillip Toledano
L’Artiere
“Oggi la nostra idea di immagine come verità è cambiata radicalmente. Quale modo migliore per mostrare tutto ciò se non reinventando uno dei momenti più significativi della nostra storia recente?”, scrive Toledano in una v-mail contenuta in un’elegante scatola di cartone insieme a una copia del Daily News e a un provino a contatto. Non è il primo lavoro che il fotografo fa con l’aiuto dell’intelligenza artificiale (ia). Stavolta ha chiamato in causa Robert Capa e il suo rullino dello sbarco in Normandia che “sembrava” essere andato perso. In edizione limitata di 750 copie, è un progetto che fa riflettere sull’uso dell’ia nella fotografia e nel giornalismo. (Rosy Santella)
There is no calm after the storm
Matteo de Mayda
bruno
Tra il 26 e il 30 ottobre 2018 la tempesta Vaia si è abbattuta sul nordest dell’Italia, in particolare sul Trentino, il Veneto e il Friuli-Venezia Giulia. I venti hanno raggiunto la velocità di duecento chilometri all’ora, tanto che possiamo parlare di un vero e proprio uragano. Sono caduti quattordici milioni di alberi e sono stati distrutti 42.500 ettari di foreste. Quello che è successo dopo è stato al centro del progetto di Matteo de Mayda, fotografo di Treviso, che per cinque anni ha raccontato le conseguenze della tempesta su questi territori. A rendere speciale l’impegno del fotografo è avere incluso nella sua documentazione il lavoro di esperti e ricercatori, le testimonianze degli abitanti e i materiali d’archivio, riuscendo a costruire una narrazione stratificata che va oltre le immagini drammatiche di una catastrofe. (Giovanna D’Ascenzi)
Born from the same root
Bang Tsai Ting
Autopubblicato
È uno di quei casi in cui forma e contenuto si rafforzano a vicenda in modo evidente. La storia di questo giovane fotografo di Taiwan e del rapporto con suo fratello è raccontata attraverso un piccolo libro-oggetto formato da due ali da sfogliare contemporaneamente. Nelle prime foto sono insieme, ma girando le pagine è lo stesso lettore a separare e allontanare i due fratelli, così com’è successo nella vita reale. Mescolando vecchie foto di famiglia e nuovi ritratti, Bang Tsai Ting propone un racconto intimo e commovente del loro trauma familiare. Il libro ha vinto il premio Paris photo – Aperture photobook dedicato alle opere prime, e un riconoscimento al Singapore international photography festival. La casa editrice francese Delpire & Co ha proposto il volume in vendita sul suo sito, ma per ora risulta esaurito. (Elena Boille)
Born from the same root, Bang Tsai Ting
Incomplete encyclopedia of touch
Erik Kessels, Thomas Sauvin e Karel De Mulder
Rvb Books
Erik Kessels continua a trovare ispirazione dalla fotografia vernacolare con questo volume imponente, risultato non solo della ricerca nell’archivio dell’artista olandese – che può contare su circa 15mila album di famiglia – ma anche sulle immagini trovate e accumulate dai colleghi Karel De Mulder e Thomas Sauvin. Dalla A alla Z sono organizzate 1.919 foto in cui persone qualsiasi, sconosciuti, toccano qualcosa: animali, binocoli, cespugli, alberi di Natale, caminetti, statue di cera, reti da tennis e così via. Nel suo delirio ipnotico, questa bizzarra enciclopedia prova a organizzare il desiderio umano di toccare, in particolare quando si è di fronte a una fotocamera. Osservate in sequenza, queste immagini ci fanno sorridere e ci riportano all’idea di un passato che abbiamo vissuto o soltanto visto e immaginato, ma in realtà stanno lì, mute, a interrogarci sui modi in cui interagiamo con la nostra rappresentazione. E non solo: come dice Kessels “molte foto sono state già scattate, ma non tutte le storie che contengono sono state raccontate”. (Giovanna D’Ascenzi)
Je n’ai rien fait de mal
Mika Sperling
Actes Sud
Per affrontare il processo di recupero dagli abusi sessuali subiti da bambina e adolescente, Sperling ha costruito un oggetto prezioso che non si può semplicemente etichettare come libro fotografico. Già dalla copertina ci tira dentro a una storia in cui il racconto, doloroso e catartico, è affidato a vari mezzi: lo sfondo fotografico dove vediamo il giardino fiorito di un’abitazione, su cui però è intagliata, scavata la figura di un uomo, suo nonno, l’autore delle violenze, e intorno il titolo, come se fosse scritto con il gessetto da una bambina. L’artista mette continuamente in connessione il passato e il presente tra foto, collage, testi, vecchi disegni, senza risparmiarsi, senza smettere di confrontarsi con la rabbia, la vergogna e il senso di colpa. (Giovanna D’Ascenzi)
W la libertad
a cura di Federico Montaldo, Luciano Zuccaccia
Postcart
Ci sono le immagini di Marcelo Montecino scattate in Cile negli anni della dittatura, quelle di Kazuo Kitai durante le proteste del 1968 in Giappone, quelle di Robert Dunn, che ha coperto il movimento Occupy Wall street a New York, e molte altre: 22 storie di protesta, note e meno note, documentate attraverso le immagini di 22 fotografi che hanno contribuito a dare visibilità ai movimenti di resistenza collettiva. L’aspetto davvero interessante di questo libro è che non finisce con l’ultima pagina. Dietro c’è l’incredibile lavoro che uno dei curatori, il fotografo e studioso Luciano Zuccaccia, svolge con protestinphotobook.com, una piattaforma dedicata ai libri di fotografia sulle proteste di tutto il mondo: una raccolta unica, con recensioni e interviste a fotografi, curatori ed editori. (Elena Boille)
Return
Larry Clark
Stanley/Barker
Dopo essersi arruolato giovanissimo e aver prestato servizio nelle truppe stanunitensi in Vietnam durante la guerra, Larry Clark tornò a casa, a Tulsa, in Oklahoma, e cominciò a raccontare il suo mondo. Il risultato di quel modo trasgressivo, spontaneo e senza filtri di girare l’obiettivo verso di sé e della sua cerchia sociale, fu una serie di immagini, realizzate tra gli anni sessanta e settanta, intime, dirette, spesso crude, della vita di ragazzi statunitensi di periferia alle prese con l’emarginazione, la delinquenza e l’uso di droghe. A cinquant’anni di distanza, Clark ha rimesso mano al suo archivio dando vita a una visione degli Stati Uniti che appare spesso non così lontana da quella attuale legata alla crisi degli oppioidi. (Rosy Santella)
Omen: phantasmagoria at the Farm security administration archive, 1935–1944
León Muñoz Santini, Jorge Panchoaga
RM
La Farm security administration è stata un’agenzia governativa degli Stati Uniti,
istituita durante il New deal dal presidente Franklin D. Roosevelt e incaricata di far conoscere agli statunitensi le condizioni di povertà del loro paese. Una parte fondamentale di questo programma è stato l’incarico dato a diversi fotografi – tra cui Dorothea Lange, Walker Evans e Gordon Parks – di documentare le aree che erano state più colpite dalla grande depressione successiva al crollo di Wall street del 1929. Omen è una rivisitazione di quel progetto, fatta dal grafico messicano León Muñoz Santini e dal fotografo colombiano Jorge Panchoaga. I due si sono immersi nell’archivio della New York public library e hanno sfruttato le potenzialità dell’editing per riscrivere un’altra storia. Hanno usato le sequenze, i tagli, si sono avvicinati su dettagli e personaggi secondari, senza curarsi delle regole, dei margini (reali e non). Il risultato è una fantasmagoria, come recita il titolo, un racconto sospeso tra sogno e realtà, una terra di mezzo in cui vivono gli spettri che oggi riecheggiano nella società statunitense. (Giovanna D’Ascenzi)
Viaggio in Italia
a cura di Luigi Ghirri, Gianni Leone, Enzo Velati
Quodlibet
Finalmente è tornato in libreria un volume che ha segnato la storia della fotografia contemporanea. La casa editrice Quodlibet ha deciso di riprodurre in maniera identica il libro uscito nel 1984, in cui erano raccolte le immagini scattate da una ventina di fotografi coinvolti da Luigi Ghirri nel racconto di un’Italia lontana dagli stereotipi. Un progetto editoriale estremamente semplice, tanto nella grafica quanto nella confezione, che però rappresenta quella forma di artigianalità in cui Ghirri, che ci ha lavorato come fotografo, curatore e photo editor, credeva molto. (Rosy Santella)
47 Fotos
Bruno Munari - Jason Fulford
Corraini
“Bruno Munari e io non ci siamo mai incontrati nella vita reale, ma lo considero comunque un amico. Nei suoi libri ho trovato uno spirito affine che sfuma il confine tra lavoro e gioco. Mi sono chiesto se fosse possibile parlare con lui ora, attraverso il medium in cui ci siamo incontrati. Il risultato è una conversazione tra fotografie”. Così il fotografo ed editore Jason Fulford introduce questo libro di piccole dimensioni, in cui si alternano 47 foto (in bianco e nero quelle di Munari e a colori quelle di Fulford). Sono associazioni di idee, di pensieri, che con leggerezza e ironia ci invitano a guardare la realtà con occhi diversi per lasciarsi stupire da oggetti e situazioni solo apparentemente banali. (Rosy Santella)
Vivian Maier
FotoNote, Contrasto
Scoperta per caso in una vendita all’asta nel 2007, l’opera di Vivian Maier è ormai conosciuta in tutto il mondo. A sancire definitivamente il ruolo di questa misteriosa dilettante tra i grandi della fotografia è l’uscita, ora anche in Italia, di un FotoNote a lei dedicato. La collana Photopoche (FotoNote nella versione italiana edita da Contrasto) è nata in Francia nel 1982 su iniziativa dell’editore Robert Delpire con l’idea di proporre i maestri della fotografia attraverso dei tascabili stampati con cura, accessibili a tutti. Il prezzo più che contenuto, infatti, non è una cosa scontata per un libro di fotografia. Con questa monografia su Meier, inoltre, continua lo sforzo fatto negli ultimi anni dagli editori per dare spazio alle donne, ben poco presenti nella collana. Il volume propone più di settanta immagini, introdotte da un testo della curatrice Anne Morin e accompagnate da note biografiche e bibliografiche aggiornate. (Elena Boille)
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