22 gennaio 2016 09:35

Per Vladimir Putin la mattinata è stata difficile e la fine della giornata ancora peggio. Il primo colpo di scena è arrivato con il rapporto del magistrato britannico incaricato di indagare sull’assassinio di un oppositore russo a Londra nel 2006, che ha coinvolto direttamente il presidente russo.

“Il fatto che Litvinenko sia stato assassinato con il polonio-210 prodotto in un reattore nucleare”, scrive il giudice Owen, “lascia pensare che Lugovoj e Kovtun (i presunti assassini) abbiano agito per conto di uno stato e non di un’organizzazione criminale”. “Le prove che presento dimostrano chiaramente la responsabilità dello stato russo”, ha aggiunto il magistrato. “Ho scoperto che l’operazione è stata probabilmente approvata da Nikolai Patrushev ma anche dal presidente Putin”.

Umorismo britannico e ironia russa

In sostanza Owen accusa Putin e il capo dei servizi segreti (Fsb, ex Kgb) di avere ordinato l’avvelenamento di un oppositore in territorio britannico. Vladimir Putin ha dunque cominciato la giornata con un’accusa di omicidio, mentre il rublo continuava a perdere terreno al punto tale che la presidente della Banca centrale russa ha dovuto annullare la sua visita a Davos e convocare d’urgenza una riunione dei principali banchieri del paese.

Pochi capi di stato sarebbero in grado di sopportare un colpo di questo tipo, ma la Russia è una “democratura”, un paese con un apparato democratico che però vive la realtà di una dittatura. Questo protegge il presidente dalle conclusioni di un magistrato straniero, e infatti il portavoce del Cremlino ha reagito con estrema calma alle notizie che arrivavano da Londra parlando di espressione “di humour britannico”.

Al momento è improbabile che Putin sia ricevuto a Londra, ma al netto dell’umiliazione pubblica questo non gli toglierà il sonno.

Putin dovrebbe ritirarsi dall’Ucraina e fare un passo indietro in Siria

Il rublo invece è un’altra faccenda, molto più grave. Il crollo della valuta russa significa che i prezzi al consumo continueranno ad aumentare e che sarà difficile per la Banca centrale ridare slancio agli investimenti tagliando i tassi d’interesse. Il rublo precipita perché l’economia è rallentata dal calo del prezzo del petrolio e dalle sanzioni occidentali causate dall’avventura ucraina di Putin.

L’economia in declino evidenzia l’immensa debolezza di un paese che non ha saputo approfittare degli introiti derivati dalle risorse del sottosuolo per modernizzare le infrastrutture e l’industria. Dopo la fine del comunismo la Russia non è stata gestita meglio che ai tempi dell’Unione Sovietica, e questo fallimento potrebbe costare caro al suo presidente se la collera dei poveri si aggiungesse al malcontento delle classi medie e all’inquietudine dei più ricchi.

Putin dovrebbe invertire la rotta al più presto. La scelta più saggia sarebbe quella di ritirarsi dall’Ucraina e fare un passo indietro in Siria per ridurre le spese militari e riavvicinarsi all’occidente. Non è impossibile, ma dal Cremlino non arrivano segnali in tal senso.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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