07 settembre 2016 10:01

L’8 settembre la Commissione europea riceverà le associazioni di consumatori di tutta l’Unione. Otto giorni dopo aver imposto alla Apple di pagare le tasse arretrate, la Commissione vuole informare le associazioni sui mezzi che la legislazione europea gli offre per chiedere un risarcimento alla Volkswagen nell’ambito dello scandalo dei motori diesel, perché la principale casa automobilistica dell’Unione ha violato le direttive europee che proibiscono le pratiche commerciali sleali e le pubblicità ingannevoli.

Una multinazionale statunitense la settimana scorsa, una multinazionale europea questa settimana. In questo modo la Commissione vuole dimostrare che, contrariamente a quanto dicono a Washington, non intende prendere di mira gli Stati Uniti per sostenere le imprese europee. Ma questa non è l’unica motivazione che spinge Bruxelles. Schierandosi in entrambi i casi dalla parte dei consumatori e dei contribuenti, la Commissione fa politica vegliando, come prevedono i trattati, sul rispetto delle regole europee.

Accusata dall’opinione pubblica europea di essere eccessivamente liberista e di preoccuparsi solo delle aziende, la Commissione vuole dimostrare il contrario.

Le decisioni della maggioranza
La posta in gioco è tanto più importante se consideriamo che non è solo la Commissione ad avere questa reputazione. In ballo c’è la sopravvivenza dell’unità europea, perché le politiche di risanamento dei conti pubblici imposte dalla maggioranza dei governi ha alimentato l’impopolarità dell’Unione.

Così come la Commissione, l’Unione è ormai considerata marcatamente liberista, asservita agli interessi privati e ostile alla protezione sociale, alla spesa pubblica e alla redistribuzione attraverso le imposte. Questa accusa è priva di fondamento. In materia di austerità la Commissione non fa altro che applicare le decisioni della maggioranza dei governi europei, e se tra i commissari ci sono molti liberisti è perché i governi eletti dal popolo li hanno scelti.

La Commissione non può portare la Volkswagen in tribunale, perciò spiega ai consumatori come farlo

Prima che l’Unione esali l’ultimo respiro bisogna assolutamente evidenziare i fatti e ristabilire la verità, ed è precisamente questo l’obiettivo della Commissione. Non potendo armonizzare la fiscalità europea per impedire il dumping fiscale tra gli stati membri e non potendosi arrogare un potere che spetta solo ai governi, Bruxelles ha scelto di schierarsi contro la Apple e contro altre aziende per far rispettare il diritto alla libera concorrenza e il divieto di avere aiuti statali.

Per questo, dato che non può portare la Volkswagen davanti a un tribunale, la Commissione ha deciso di mostrare alle associazioni di consumatori gli strumenti che hanno a disposizione per farlo, invocando le direttive europee. Difendendo l’idea europea e utilizzando i suoi poteri, la Commissione sta chiaramente facendo politica.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it