30 dicembre 2017 12:01

Sono io l’unica che non sa fare i compiti di un bambino di otto anni?–Sofia

Si dice che l’indole delle persone venga fuori nei momenti di massima difficoltà. L’indole dei genitori, quindi, viene fuori quando devono aiutare i figli a fare la divisione di un numero a sei cifre. Pensavi di sederti a scrivere un pensierino e ti ritrovi davanti a una terrificante sfilza di numeri incastrati in uno strano incrocio di linee. Senza avere idea di cosa fare. Spiegare la matematica a un bambino è un’esperienza che mette l’autocontrollo a dura prova.

Da piccolo io facevo i compiti di matematica con mio padre perché, in quanto ingegnere, era più portato per i numeri. Peccato che non fosse portato per l’insegnamento: la nostra lezione finiva sempre con lui che perdeva la pazienza e io che me ne andavo piangendo. Oggi però al suo posto ci sono io. Per esempio, quando chiedo a mia figlia quanto fa sette per otto, lei risponde: “Boh, trenta?”. No dai, sette per otto. “Ah, allora… 82?”. Tesoro concentrati: sette per otto. “Ah, ho capito: 112!”. In quel momento le alternative ragionevoli sarebbero tre: piange lei; piango io; chiamo mio padre e gli dico che lo perdono. E invece finisce con io che sparo: “Fa 42”. Ancora convinto di sapere la tabellina del sette. Dalle divisioni a sei cifre però non c’è scampo. Il primo istinto è stato prendere il telefono, ma poi ho cominciato a tratteggiare linee a caso finché mia figlia mi ha detto: “Papà, quello è l’impiccato”. Alla fine ho dovuto ammettere che non le sapevo fare e ho scoperto una cosa incredibile: le sapeva fare lei.

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