04 luglio 2018 13:14

Sono fuori strada quelli che credono di cogliere il ministro Salvini in contraddizione. La sua difesa dell’Italia non stride con le sue amicizie europee, contrarie a prendersi anche solo un migrante e anzi pronte a lasciarglieli tutti. La contraddizione ci sarebbe se avessimo un governo che punta a distribuire quote di esseri umani qua e là per l’Europa e intanto vuole organizzare migrazioni legittime. Ma non è così.

Forse qualcuno dei cinquestelle e il presidente Conte timidamente ancora la vedono a questo modo, ma Salvini no e il governo è Salvini. Lui riassume in sé il seguente sentimento: “Non un migrante deve mettere piede sul nostro suolo e a quelli che ormai ci sono bisogna rendere la vita difficile. Va evitato anzi che questa gentaglia lasci allegramente la sponda africana per venire qui a spassarsela. Vogliono mettersi comunque per mare? Facciano pure, ma peggio per loro. Con le buone o con le cattive devono capire che se ne devono stare nel loro inferno, senza venire a disturbare nel nostro. Viva l’Italia agli italiani”.

È un sentimento, come si vede, non diverso da quello che incarnano gli amici di Salvini. Prima, da noi, parevano cattivi umori inesprimibili anche in privato. Ora la stessa autorità del ministro – un uomo impavido che sprizza forza nuova – autorizza sempre più gente a metterli in parole dappertutto, ad alta voce, senza vergognarsi.

Questa rubrica è uscita il 29 giugno 2018 nel numero 1262 di Internazionale, a pagina 12. Compra questo numero | Abbonati

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