Dopo il suo inatteso fallimento elettorale il Movimento 5 stelle è entrato in un vicolo cieco. L’insuccesso alle europee non ha solo fatto crollare le troppe certezze, ma ha reso evidente una verità amara: la strategia politica del movimento è tutt’altro che vincente, e secondo alcuni non esiste affatto.
Diversi milioni di elettori hanno abbandonato il movimento per passare dalla parte di Matteo Renzi, l‘“ebetino” insultato quotidianamente da Grillo. Dopo giorni di silenzio e di imbarazzo, all’interno dell’M5s è iniziato un dibattito sulla necessità di cambiare linea. E la galassia delle 5 stelle si é prontamente divisa tra falchi e colombe, indecisi e attendisti.
L’Aventino e l’aspra battaglia contro la riforma del senato hanno accentuato la spaccatura tra trattativisti e intransigenti. La situazione viene esasperata dalla sparate quotidiane di Beppe Grillo, che osanna Umberto Bossi come “il piú grande statista degli ultimi cinquant’anni” e paragona Renzi e Napolitano addirittura a Pinochet.
Contestato anche Luigi Di Maio, il giovane vicepresidente della camera che ha condotto le sorprendenti trattative con Renzi. La corrente favorevole al negoziato, da Aris Prodani a Paola Pinna, mette in discussione la sua leadership. Mentre Tommaso Currò chiede un congresso, dove “Casaleggio può candidarsi a segretario”, Di Maio annuncia che “Grillo e Casaleggio avranno meno spazio”. Le proteste a volte isteriche in senato, in stretto coordinamento con la Lega nord, hanno provocato ulteriori polemiche e accentuato la crisi di un movimento privo di una regia convincente.
I sintomi di questa crisi stanno affiorando anche nelle regioni. A Parma infuria la polemica interna sull’espulsione del consigliere Mauro Nuzzo. A Trento il consigliere regionale Manuela Bottamedi abbandona l’M5s tra mille polemiche. A Ragusa il sindaco Federico Piccitti, declassato dai meetup da “attivista a simpatizzante”, si difende : “La rivoluzione richiede tempo”. Il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, è stato costretto a silurare un assessore nel giro di 24 ore e un meet up gli chiede di sostuirne altri due.
Anche per la decisione del comune a favore del metodo Stamina ha provocato accese polemiche. Forse per l’M5s è arrivato il momento di prendere una decisione difficile: seguire le pulsioni istintive o cercare di darsi una strategia politica che cada al di là le barricate quotidiane.
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