11 luglio 2019 14:21

Come ricordava Annalisa Camilli la scorsa settimana su Internazionale parlando di migranti, “uno dei problemi più grandi è il cortocircuito tra la rappresentazione giornalistica dell’immigrazione e la percezione del fenomeno: nell’ultima crisi i numeri e la minaccia dell’invasione sono stati ingigantiti”. E uno degli effetti è che tutto lo spazio occupato da quella che viene descritta come un’emergenza è sottratto ad altro.

Per esempio, restando in tema di migrazioni, c’è un’altra emergenza, questa volta reale, di cui poco si parla. Un rapporto dell’Istat calcola che tra il 2013 e il 2017 oltre 244mila italiani di più di 24 anni sono emigrati all’estero. Il 64 per cento di loro, cioè 156mila, erano laureati e diplomati. La tendenza è in aumento: i laureati italiani che si sono trasferiti all’estero nel 2017 sono stati il 3,9 per cento in più rispetto al 2016, ma il 41,8 per cento in più rispetto al 2013.

La migrazione non è solo verso l’estero (Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera in testa): negli ultimi vent’anni la perdita netta di popolazione dell’Italia meridionale, dovuta ai trasferimenti interni, è stata di 1 milione e 174mila persone. “È sintomo di un problema strutturale del paese che espelle i giovani – soprattutto i più formati, ovvero la prima ricchezza su cui investire – ed è volutamente ignorato o marginalizzato nella discussione pubblica”, scrive Francesco Sylos Labini su Roars.

E se si leggono le ragioni che portano tante ragazze e tanti ragazzi ad andar via si nota che non sono poi così diverse da quelle di molti migranti che cercano di venire in Italia: “Le motivazioni che spingono i giovani migranti a lasciare il paese sono da attribuire in parte all’andamento negativo del mercato del lavoro e, in parte, alla nuova ottica di globalizzazione, che induce i giovani più qualificati a investire il proprio talento nei paesi esteri in cui sono maggiori le opportunità di carriera e di retribuzione”.

Questo articolo è uscito sul numero 1315 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it