22 aprile 2021 14:46

Il 30 ottobre 2015, durante un concerto, scoppia un incendio all’interno della discoteca Colectiv di Bucarest. Quella notte i morti sono 27 e salgono a 64 nei mesi successivi. Quasi sei anni dopo un documentario sulle vittime dell’incendio è candidato agli Oscar come miglior film straniero e come miglior documentario. Domenica sera si saprà se ha vinto qualcosa, ma ha già raggiunto il suo obiettivo.

Collective, questo il titolo dell’edizione italiana uscita sulle piattaforme di streaming, è diretto da Alexander Nanau e racconta il lavoro di un gruppo di giornalisti investigativi del principale quotidiano sportivo del paese, Gazeta Sporturilor. L’incendio è solo il punto di partenza della loro inchiesta, che alla fine rivelerà quant’è diffusa la corruzione nella sanità romena, con unità per trattare gli ustionati non funzionanti e disinfettanti diluiti in tutti gli ospedali del paese.

Per mesi, la troupe ha potuto seguire da vicino i protagonisti: il direttore del quotidiano, Cătălin Tolontan, e i giornalisti, le vittime e i loro familiari, i medici accusati di corruzione e i due ministri della sanità che si sono succeduti in quel periodo.

Grazie all’impegno e alla tenacia dei cronisti di Gazeta Sporturilor si è scoperto che molte delle persone ferite nell’incendio del Colectiv sono morte per colpa di strutture fatiscenti e di cure mediche inadeguate. E l’inchiesta ha messo in moto una serie di cambiamenti grazie ai quali forse in futuro si eviterà che altre persone muoiano per le stesse ragioni.

Il 20 aprile è stato pubblicato il nuovo rapporto di Reporters sans frontières: diminuisce la fiducia nei giornalisti e, parallelamente, aumentano i posti in cui la libertà di stampa è minacciata. Sui 180 paesi presi in considerazione, sono 132 quelli in cui il lavoro dei giornalisti è ostacolato in modo più o meno serio. Un documentario come Collective serve a ricordare quanto l’informazione sia essenziale per la democrazia e dunque per tutti i cittadini, anche quelli che non s’informano.

Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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