03 maggio 2021 15:47

Stefan Zweig
Novella degli scacchi
Garzanti, 109 pagine, 4,90 euro; Theoria, 64 pagine, 8 euro

È uno dei più celebri racconti del novecento, scritto da un grande austriaco nell’esilio brasiliano poco prima di suicidarsi con la moglie, nel 1942. L’autore di Il mondo di ieri, evocazione della vita nell’impero austriaco (vituperato un tempo in Italia, ovviamente, ma ammirevole esempio di convivenza e tolleranza tra culture diverse) e di famose biografie, notissima quella di Maria Antonietta, ha scritto anche dei superbi racconti come Amok e Lettera da una sconosciuta, proposti con rigore da Adelphi.

La prima traduzione della Novella fu della grande Lavinia Mazzucchetti, nel 1947, ma se ne contano altre sei, due delle quali appena ristampate. Siamo su una nave tra Europa e Argentina e un rozzissimo campione di scacchi di origini russe e contadine si confronta con molti avversari e li vince tutti, meno che il dottor B., uno che di scacchi sa tutto e ha una grande memoria. Il narratore li osserva, e il contrasto (chi vincerà? Suspense assicurata) è tra un bruto d’intelligenza corta ma unidirezionale – il successo e cioè i soldi – e un lento e inquieto ragionatore: un contrasto non raro, ieri come oggi. È un piccolo capolavoro, sempre emozionante e provocatorio. Nel 2008 Vittorio Giacopini tornò con maestria sul tema con Re in fuga, su Bobby Fischer, riproposto dal Saggiatore.

Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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