21 giugno 2021 16:23

Johann Wolfgang Goethe
I dolori del giovane Werther
Einaudi, 136 pagine, 17 euro

Proviamo a rileggere un romanzo chiave nella storia della letteratura europea, il romanzo (epistolare, ma per lettere senza risposta) romantico per eccellenza, che fu il primo best seller internazionale. L’occasione è una nuova traduzione del grande Enrico Ganni, scomparso di recente (è Luigi Forte a ricordarlo), che inaugura una collana di “grandi traduzioni” ideata da lui.

Quando il libro uscì, nel 1774, Goethe aveva 24 anni, e questa è la storia dell’infelice amore per Charlotte, orfana di madre che ha cura di molti fratellini, di un giovane tanto amante della natura, del bello e del vero, quanto critico delle ipocrisie sociali con cui deve confrontarsi. È Wilhelm a raccontare per lettera i suoi dolori a un amico. Charlotte ha un fidanzato buono e simpatico e decide infine di sposarlo. Wilhelm si ammazza, non senza essersi analizzato anche con lunghe citazioni dai Canti di Ossian.

Le storie di triangoli amorosi felici o infelici non sono state poche, dopo questa (ricordate Jules e Jim, dal punto di vista della donna che non sa scegliere?), ma qui a prevalere è la nuova sensibilità di cui Werther è portatore, e che apre alla grande storia del romanticismo. Capostipite e capolavoro, ha ancora qualcosa da dirci? Credo di sì, al tempo di un nuovo narcisismo che è tutto fuorché rivoluzionario.

Questo articolo è uscito sul numero 1414 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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