30 dicembre 2017 10:06

Uno degli aspetti sconcertanti di quest’anno sconcertante è il fatto che le persone continuano a consigliare alcuni prodotti culturali – film, romanzi, programmi televisivi – perché hanno qualcosa da dire “sull’attuale clima politico”. A quanto sembra, dopo aver passato la giornata in un mondo dominato da Trump, dalla Brexit, da brutali forme di disuguaglianza, dalla misoginia e dall’incombente catastrofe ambientale, alcuni di noi non hanno niente di meglio da fare che rilassarsi ripercorrendo tutto da capo con un bicchiere di vino in mano.

Personalmente, sono alla disperata ricerca di opere che non hanno niente a che vedere con l’attualità, quindi sto leggendo soprattutto gialli vittoriani. Se volete mettere in scena una versione del Giulio Cesare che rappresenta una velata critica al presidente, fatelo pure, ma non aspettatevi che io venga a vederla. Non posso scambiare due parole a cena o davanti a un caffè senza che quel muppet fascista che beve Coca Cola si infili nella conversazione, perciò levatevi dalla testa che io passi anche una serata a teatro con lui.

Io vivo già nell’attuale clima politico, quindi perdonatemi se dopo le dieci di sera mi rifugio nell’ottocento e rileggo le storie di E.W.Hornung di Raffles il ladro gentiluomo.

Gli psicologi non approvano l’evasione perché implica una fuga dalla realtà. E portata agli estremi, la fuga dalla realtà nel migliore dei casi è la ricetta ideale per una vita insulsa e nel peggiore la causa di gravi disturbi mentali. Ma questo non significa che in dosi moderate sia del tutto sbagliata. Gli esseri umani, scriveva Sigmund Freud, “non possono vivere solo delle misere soddisfazioni che riescono ad estorcere alla realtà”.

Forse nel 2018 dovremmo dedicare più tempo all’evasione e rimuginare meno sulla politica

Potremmo anche andare oltre e dire che forse la sopravvivenza della democrazia non dipende dal fatto che tutto quello che vediamo, leggiamo e discutiamo riguarda la sopravvivenza della democrazia. “La democrazia tiranneggia la nostra vita sociale”, sostiene il filosofo Robert Talisse, e “la tirannia della democrazia danneggia la democrazia”. Una politica sana dipende dalla condivisione di un ampio retroterra culturale e da altre attività che non hanno niente a che vedere con la politica, altrimenti rischiamo di arrivare a vedere i nostri concittadini solo come rappresentanti della nostra tribù o di quella rivale, e non possiamo collaborare con loro come richiede la democrazia. Quando ci chiede di schierarci da una parte o dall’altra, un film o un romanzo erode il terreno comune sul quale è possibile una politica costruttiva.

Inoltre, quando siamo immersi con tutti noi stessi in una pura attività di evasione, sappiamo benissimo quello che stiamo facendo. Quando leggo i gialli vittoriani, sono cosciente del fatto che mi sto prendendo una pausa dalla realtà. Invece, quando sono tutto preso dalla telenovela ora per ora del Russiagate o della Brexit sui social network, ho la sensazione di occuparmi della realtà, mentre probabilmente sto praticando un altro tipo di evasione: sto ignorando le cose importanti per occuparmi dei pettegolezzi. Forse nel 2018 dovremmo dedicare più tempo all’evasione e rimuginare meno sulla politica, proprio perché quando poi decideremo di occuparcene, potremo fare la differenza.

Se volete passare le vacanze stesi sul divano a guardare Mary Poppins e i programmi di cucina, fatelo pure. Il vostro desiderio di evasione non solo è scusabile, ma forse state addirittura contribuendo a salvare la civiltà.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it