17 settembre 2019 12:22

Se abitate a Seattle, adesso potete partecipare a una cosa che si chiama “Ricreazione per adulti”, che mira a resuscitare i tempi della scuola riproponendo i giochi con la palla, la campana e i panini con il burro di arachidi e la marmellata, ma senza il bullismo.

“Ho ripensato all’ultima volta che mi sono veramente divertita ed era stato quando giocavo da bambina”, ha dichiarato al Wall Street Journal l’organizzatrice dell’evento. Si tratta di un ulteriore esempio di quello che in inglese si chiama “kidulting”(comportarsi da bimbadulti), parola che dovrebbe essere bandita per legge ma che indica un fenomeno reale.

Anche a San Francisco c’è qualcosa del genere e in una biblioteca dell’Ohio si può giocare con la plastilina. Esistono anche vari esempi di quelli che gli statunitensi chiamano “sleepaway camp”, campi estivi per adulti, uno dei quali si trova anche nel Regno Unito. Ah, e poi naturalmente c’è la famosa piscina con le palline per adulti a Shoreditch, a Londra.

Nostalgia
La cosa divertente della ricreazione per adulti è che dimostra qualsiasi teoria possiate avere su quello che non va nel mondo. Se pensate che i giovani di oggi siano mollaccioni e infantili, incapaci di affrontare la vita reale in modo maturo, questo lo dimostra. Ma anche se ritenete che il capitalismo avanzato abbia tolto ogni gioia alla nostra esistenza, la fame per questo tipo di cose ne è la prova (all’ultimo evento organizzato a Seattle hanno partecipato un migliaio di persone). Se invece pensate che il problema sia che il mondo degli affari riesce sempre a impossessarsi di quello che dovrebbe essere naturale nella vita e apporgli il suo marchio, questo potrebbe essere un buon esempio a favore della vostra tesi.

Personalmente, non sono incline a vederlo come un preannuncio del collasso della civiltà, se non altro perché esistono tanti altri candidati migliori per questo ruolo. Ma penso che la nostalgica ricerca di attività infantili da parte degli adulti spesso si basi su un equivoco. Voi credete che quello che vi rendeva felici a nove anni fosse giocare a palla, acchiapparella o nascondino, ma quello che vi rendeva veramente felici era non avere un mutuo o un affitto da pagare, nessuna bocca da sfamare, nessuna tensione coniugale.

Era solo un modo per riempire il tempo, di esprimere la vostra libertà, ma non ne era la causa (commettiamo un errore simile quando ci lamentiamo dell’epoca sociopolitica in cui viviamo: uno dei motivi per cui pensiamo che la vita fosse più semplice e quindi più bella 20, 30 o 50 anni fa è che eravamo bambini, quindi per noi lo era sul serio. Ho il sospetto che questo sia stato un fattore sottovalutato del voto a favore della Brexit).

Il senso di maturità
Non voglio negare a nessuno qualche ora di fuga dalla realtà, ma non immaginate che giocando a campana potete ricreare le condizioni di vita di quando lo facevate da bambini. E dovremmo anche stare attenti a non confondere l’infantilismo con l’innocenza.

Nella vita abbiamo senza dubbio bisogno di giocare di più, ma se definiamo il gioco nel suo senso più ampio – come un’attività svolta per puro piacere e non per motivi strumentali – è chiaro che qualsiasi cosa va bene. Quindi anche fare trekking, cucinare, uscire con gli amici, nuotare, fare giardinaggio e cantare in un coro.

Non c’è niente di male a comportarsi da bambini, ma forse sarebbe meglio ridefinire il significato di maturità.

Da leggere
Nel suo libro Why grow up? Subversive thoughts for an infantile age (Perché crescere? Pensieri sovversivi per un’era infantile), la filosofa Susan Neiman sostiene che crescere veramente non significa rassegnarsi allo stress e alle angosce dell’età adulta, ma è un profondo atto di autodeterminazione.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.

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