17 gennaio 2019 10:50

Nel flusso di informazioni sui presunti legami tra Donald Trump e la Russia c’è qualcosa che, visto dall’Europa, rappresenta una minaccia enorme: nel 2018, a più riprese, il presidente degli Stati Uniti ha ipotizzato che il suo paese possa uscire dalla Nato, l’alleanza militare che da settant’anni garantisce la sicurezza del vecchio continente.

Lo sottolinea il New York Times citando alti funzionari dell’amministrazione preoccupati da un ritorno alla carica di Trump su questa idea senza precedenti. Un ritiro degli Stati Uniti segnerebbe la fine dell’Alleanza atlantica guidata da Washington e cambierebbe l’equilibrio strategico con la Russia sul continente europeo.

L’ipotesi viene presa abbastanza sul serio da spingere Nicholas Burns, ex ambasciatore degli Stati Uniti presso la Nato, a definirla su Twitter “pura follia”. “Sarebbe una delle più grandi catastrofi strategiche della storia degli Stati Uniti”, ha aggiunto l’ex diplomatico, che ha lavorato con amministrazioni sia democratiche sia repubblicane e invita il congresso a non permettere a Trump di realizzare il suo piano.

Ossessione per il bilancio
Il presidente ha manifestato il suo fastidio a più riprese. Secondo lui gli Stati Uniti pagano una percentuale eccessiva delle spese per la difesa dell’Europa, mentre gli europei continuano a non rispettare l’obiettivo del 2 per cento del pil per il budget militare.

Questa ossessione per il bilancio è una costante ed è stata attribuita alle idee imprenditoriali del presidente, a cui non piace “farsi fregare”. Tuttavia le rivelazioni del New York Times vanno oltre questa interpretazione, partendo dal fatto che Trump ha più volte parlato con i suoi consulenti di un ritiro degli Stati Uniti e della fine della garanzia di sicurezza per l’Europa.

Nel contesto delle accuse di collusione tra Trump e la Russia, questa informazione assume una dimensione nuova, perché va chiaramente a favore di Vladimir Putin.

Per gli stati baltici o la Polonia, che temono una Russia più aggressiva ai loro confini, si aprirebbe un inquietante vuoto strategico

Si tratterebbe davvero di un sisma strategico, perché a parte la Francia e il Regno Unito, che dispongono di una certa forza di dissuasione, tutti gli altri paesi europei si sono affidati all’ombrello nucleare americano fin dai tempi della guerra fredda. L’idea di uno scioglimento della Nato è stata valutata dopo la caduta del muro di Berlino, ma sono stati gli statunitensi a rigettarla. Oggi il contesto strategico è diverso.

Per gli stati baltici o la Polonia, che temono una Russia più aggressiva ai loro confini, la fine della Nato aprirebbe un inquietante vuoto strategico. Oggi l’Europa non è nelle condizioni di raccogliere il testimone.

Paradossalmente, la minaccia del ritiro americano (che l’imprevedibile Trump potrebbe concretizzare in qualsiasi momento) rende necessario uno sforzo per la difesa comune dell’Europa di gran lunga superiore agli attuali piccoli passi. In un momento in cui l’Europa non riesce a trovare un’intesa su nulla, questa potrebbe essere una buona ragione per riavvicinarsi.

La forza della Nato è sempre stata l’articolo 5, che prevede la solidarietà automatica in caso di attacco nei confronti di uno degli stati dell’alleanza. Gli europei saranno capaci di mantenere questo vincolo senza gli Stati Uniti? È un test esistenziale.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it