28 marzo 2022 09:50

Un presidente non dovrebbe mai pronunciare frasi di questo tipo. A due riprese, durante la sua visita in Polonia, Joe Biden ha scandito parole che esprimono sicuramente il suo pensiero, ma che non aiutano affatto nel contesto esplosivo della guerra in Ucraina. Biden ha definito Vladimir Putin un “macellaio”, prima di aggiungere una frase che non era inserita nel testo del suo discorso: “Per l’amor di dio, quest’uomo non può restare al potere!”.

La Casa Bianca ha fatto immediatamente marcia indietro sostenendo che il presidente non aveva detto ciò che in realtà aveva indubbiamente detto, ovvero che vorrebbe un cambio di regime a Mosca. Le frasi di Biden sono un regalo alla propaganda russa, che da oltre un decennio ribadisce l’accusa secondo cui gli Stati Uniti vorrebbero forzare un cambio di regime in Russia e gli ucraini sarebbero lo strumento di questa manovra.

Le due uscite di Biden appaiono chiaramente come due gaffe, anche perché fin dall’inizio della guerra, lo scorso 24 febbraio, gli Stati Uniti e i loro alleati si sono sforzati di non sembrare “cobelligeranti” contro la Russia e di non lasciarsi trascinare in un conflitto che lo stesso Biden teme possa trasformarsi nella terza guerra mondiale.

Presa di distanza
Non c’è dubbio che le frasi incriminate esprimano il reale pensiero di Biden e di molte persone che osservano le immagini della catastrofe in Ucraina e dei milioni di profughi. Tuttavia l’uscita di scena di Putin non può essere un obiettivo della strategia occidentale, soprattutto se, come recita la formula ormai consacrata, l’occidente vuole “vincere questa guerra senza combatterla”.

A rovesciare Putin può essere soltanto il popolo russo, o più verosimilmente una parte dell’apparato politico-militare, entrambi elementi su cui gli occidentali non hanno alcuna presa. Chiedere la destituzione di Putin, tra l’altro, produce l’effetto contrario in un contesto di controllo totale dell’informazione in Russia.

Il dialogo con Putin serve soprattutto a tenere aperto un canale di discussione

Il 27 marzo il presidente francese Emmanuel Macron si è preoccupato di prendere le distanze dall’uscita di Biden, sottolineando che non avrebbe usato quel genere di espressione. In questo modo Macron ha voluto anche proteggere il suo ruolo di interlocutore occidentale privilegiato di Putin, nonostante i rischi che questo comporta.

Il dialogo con Putin serve soprattutto a tenere aperto un canale di discussione, anche in assenza di risultati, nella speranza che un giorno Putin sia pronto a discutere davvero. Macron agisce con il sostegno del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, che in modo pragmatico chiede un incontro con il suo collega russo, una proposta finora respinta.

In tutto questo Macron dovrebbe telefonare a Putin nelle prossime ore per organizzare l’evacuazione umanitaria di Mariupol, città martire del sud dell’Ucraina.

L’agitazione provocata dalle parole di Biden è significativa del momento particolare in cui ci troviamo, sotto la pressione emotiva e politica di una guerra che nessuno si aspettava. Tutti vogliono essere all’altezza dell’eroismo mostrato dagli ucraini, che sono riusciti a contrastare i piani di Putin. E non solo a parole.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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