31 maggio 2022 12:21

Complessi condominiali come quello di Commons, al Vintage park di Spring, un centro alla periferia di Houston, in Texas, si trovano in tutti gli Stati Uniti. Le tranquille palazzine da tre piani sono circondate da alberi e cespugli ben curati. Il complesso è pieno di parcheggi riservati a chi vive qui e per garantire un ulteriore livello di sicurezza l’intero complesso è recintato. Possono entrare solo i residenti o chi è in possesso del codice per il cancello.

Ma tutto questo non è bastato a proteggere Sadia Manzoor, una donna pachistana-statunitense che faceva l’insegnante. La mattina del 19 maggio si stava preparando come ogni giorno per andare a lavorare. Nell’appartamento c’erano anche sua madre, Inayat Bibi, e la figlia di 4 anni, Khadija. Nel giro di pochi minuti sarebbero morte tutte e tre. Quella mattina il marito di Sadia, da cui la donna si era separata, anche lui pachistano-statunitense, ha fatto irruzione nell’appartamento e ha aperto il fuoco, uccidendo l’ex moglie, la figlia e l’ex suocera. Solo dopo ha rivolto l’arma contro se stesso.

Il momento più pericoloso
Dopo l’omicidio è venuto fuori che Sadia aveva chiesto il divorzio perché il suo ex marito era violento nei suoi confronti e nei confronti della figlia. Il divorzio si era concluso e Sadia stava cercando di rifarsi una vita con la madre e la figlia. Avendo faticato tanto per trascinarsi fuori da una relazione violenta, Sadia non immaginava che il momento più pericoloso per una donna vittima di violenza è quello in cui lascia l’uomo che la maltratta.

Secondo il dipartimento di giustizia statunitense, il momento in cui una coppia si separa è anche quello più letale per una donna. Alcune stime mostrano come una donna vittima di abusi sia 500 volte più a rischio di violenza. Molte donne vittime di maltrattamenti sono ferite o uccise in questo lasso di tempo, quando l’aggressore comincia a rendersi conto di aver perso il controllo su di loro. Nel caso di Sadia, a quanto pare, il suo ex marito ha deciso che se non poteva più avere la sua famiglia, allora non ci sarebbe stata nessuna famiglia.

In Pakistan la normalizzazione della violenza contro le donne è così diffusa che nessuno se ne preoccupa

Poi c’è l’altra storia, quella di due sorelle di origine pachistana che vivono in Spagna. Un giorno dopo il massacro di Sadia Manzoor, di sua madre e di sua figlia, le due sorelle Aneesa e Arooj Abbas sono state uccise a sangue freddo nella regione pachistana del Gujarat. Stando alle notizie circolate sul caso, un paio di anni fa le sorelle erano state costrette a sposare dei cugini in Pakistan e stavano cercando di divorziare. Quando i parenti acquisiti e i loro stessi familiari sono venuti a sapere delle loro intenzioni, le sorelle sono state indotte con l’inganno a rientrare in Pakistan, dove hanno subìto torture e violenze prima di essere uccise. Tra i sei uomini arrestati per l’omicidio ci sono anche due fratelli e uno zio delle vittime.

Sono morti strazianti e tragiche. Entrambe le storie coinvolgono donne di origine pachistana che vivevano nella diaspora. Entrambe coinvolgono uomini che, nel momento in cui si sono resi conto di non poter esercitare un controllo totale sulle loro vittime, hanno deciso di ucciderle. L’assassino di Sadia Manzoor si è ucciso, così il dramma che ha causato non riceverà mai giustizia. I sospetti assassini delle sorelle Abbas sono stati arrestati, ma non è scontato che saranno davvero puniti. Quando muoiono donne uccise dai familiari la prassi prevede l’arresto dei sospetti quando l’attenzione dei mezzi d’informazione è molto alta, e il loro rilascio su cauzione una volta che i riflettori sul caso si spengono.

La crisi della mascolinità
Queste storie dimostrano anche che vivere in paesi come gli Stati Uniti o la Spagna o qualsiasi altro paese occidentale, fa emergere la crisi dell’identità maschile che gli uomini pachistani devono affrontare quando migrano in altri paesi. In Pakistan il controllo sulle donne è totale. La normalizzazione della violenza contro di loro è così diffusa che nessuno se ne preoccupa, anche quando conosce qualche vittima di maltrattamenti. I pachistani, perennemente ficcanaso per qualsiasi altra cosa, sono esperti nel guardare dall’altra parte quando si tratta di donne vittime di maltrattamenti. Una delle forme di sciacallaggio più crudeli che avviene nella società patriarcale del Pakistan è che anche le donne, che in teoria dovrebbero mostrare solidarietà nei confronti delle altre, le incolpano con molto autocompiacimento.

Le vite di Sadia Manzoor e delle sorelle Abbas sono state distrutte a causa dell’ego maschile

In altri paesi gli uomini non dispongono di un dominio così totalizzante sulle donne. Gli uomini pachistani che vivono nella diaspora in questo o quel paese occidentale scoprono all’improvviso di non poter più esercitare un controllo totale sulle donne della loro famiglia. Gli equilibri relazionali cambiano quando le loro mogli scoprono che non è difficile ottenere il divorzio. In Texas, come in altri stati americani, il divorzio è garantito se lo vuole anche solo una delle due parti. Quanto meno da un punto di vista legale, nessuno può costringere una donna a restare sposata a un uomo. A differenza del Pakistan, non è richiesto il consenso del marito per ottenere il divorzio. Alcuni uomini, come l’assassino di Sadia Manzoor, non riescono a concepire di non poter più comandare le loro famiglie come erano stati abituati a fare.

È importante per tutte le donne pachistane imparare da storie come quelle di Sadia Manzoor e delle sorelle Abbas. Le tre donne avevano cercato di vivere una vita libera dalle violenze, in cui poter compiere le loro scelte. Le loro vite sono state distrutte a causa dell’ego maschile: l’insaziabile desiderio di controllo dei loro assassini si è trasformato in desiderio di uccidere. La sete di sangue dell’assassino di Sadia Manzoor non ha risparmiato nemmeno una bambina di quattro anni. Secondo l’autopsia, le sorelle Abbas sono state ferocemente torturate prima di essere ammazzate.

Le donne che escono da una relazione in cui sono state abusate devono sapersi difendere dal rischio che le attende. Sadia Manzoor forse lo aveva fatto e per questo aveva scelto di trasferirsi in un condominio recintato. Purtroppo questa accortezza non è bastata a salvare lei e la sua famiglia. La lezione è chiara: un uomo delirante e farneticante può trasformarsi in un assassino con molta facilità.

Anche fratelli e zii possono subire questo genere di trasformazioni, aizzati dal raccapricciante desiderio di esercitare un controllo totale. Sotto una sottile patina di normalità, tutti gli uomini violenti sono potenziali assassini di donne, supportati e assecondati nei loro piani da familiari complici, leggi misogine e intere società, che scelgono di voltarsi dall’altra parte quando sono gli uomini a uccidere.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo è stato pubblicato su Dawn. Internazionale ha una newsletter settimanale che racconta cosa succede in Asia. Ci si iscrive qui.

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