25 agosto 2016 18:18

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

All’inizio dell’anno ho tenuto un Savage love live al Wilbur theatre di Boston. Le domande mi arrivavano su dei foglietti, per mantenere l’anonimato degli autori e anche costringerli alla sintesi. Ho risposto a tutte quelle che ho potuto nel corso di due lunghe, chiassose e alcoliche ore. Di seguito alcune domande per le quali a Boston non ho avuto tempo.

Cosa ne pensi dei giochi con la cacca?
Ci penso di rado.

Perché le relazioni finiscono?
Le relazioni finiscono per i motivi più diversi — noia, indifferenza, disprezzo, tradimento, violenza — ma tutte quelle che non finiscono lo fanno per la stessa ragione: le persone coinvolte continuano semplicemente a non lasciarsi. Ci sono anche relazioni che dovrebbero finire e in cui non si arriva mai a lasciarsi.

Ho avuto una relazione aperta, alla fine della quale ho sofferto molto perché il mio partner aveva infranto le regole che ci eravamo dati. La persona con cui sto adesso vorrebbe passare da un rapporto monogamo a uno aperto, ma io ho dei dubbi per via della scottatura precedente. Come faccio a superarla e aprirmi di nuovo all’idea di una relazione aperta?
Rifiutare la non monogamia perché la tua ultima relazione non monogama non ha funzionato ha senso quasi quanto rifiutare la monogamia perché la tua ultima relazione monogama non ha funzionato. Se la gente applicasse alle relazioni chiuse gli stessi parametri che applica a quelle aperte (”Ne ho avuta una che non ha funzionato, quindi non potrò mai più averne un’altra!”), quasi tutti nella vita avremmo avuto solo due relazioni — una aperta e una chiusa — per poi o fare voto di castità o giurarci di fare sesso solo senza impegno per il resto della nostra vita.

È ovvio che le nostre scelte derivano dall’esperienza, e tu hai avuto una brutta esperienza. Forse non è una cosa che fa per te, ma può anche darsi che il problema della tua precedente relazione non fosse la sua apertura, ma il tuo partner.

Consigli per chi è felice di non avere figli in un mondo che venera bambini e genitori?
Si può trovare conforto nel tempo libero, nei soldi da spendere e nel guardaroba non colpito da vomito. Oppure si può considerare la venerazione di figli e genitori per quel che è: il disperato tentativo da parte di chi è indaffaratissimo, senza un soldo e coperto di vomito (oltre che di chi vuole venderci cose) di rendere più accettabile l’impegnativa e irreversibile scelta di avere figli.

I preservativi extralarge sono un’invenzione pubblicitaria, vero?
Falso, ma non devi fidarti della mia parola. Basta che passi 10 minuti su Tumblr e vedrai da te.

Ho fatto scoprire per caso a mio padre il tuo podcast mentre gli insegnavo a usare iTunes. Un paio di settimane dopo gli telefono e mi dice che ha cominciato ad ascoltarlo. In sottofondo sento mamma che grida: “Io non te la faccio la pipì addosso!”.
Poteva andar peggio. Mamma poteva gridarti: “Ora non possiamo parlare, sto facendo la pipì su tuo padre!”.

Io e mio marito (over 30, due figli) abbiamo scoperto che i nostri migliori amici da 20 anni sono segretamente poliamorosi. E noi non lo sapevamo! Insomma: ci siamo scopati tutti quanti. E adesso la nostra amicizia è andata a puttane. Come superiamo questo casino?
I poliamorosi dicono che lo fanno per avere nella vita più amore, più sesso e più gioia, ma alcuni sembra che nella vita vogliano solo più caos, più drammi e più sofferenza. A meno di non conoscere bene una coppia, o di aver visto la scia di distruzione che si è lasciata dietro, non esiste un vero modo per capire cosa vogliono davvero quei due finché non ci si va a letto. A ogni modo: come la si supera? Gli si manda un messaggio, ci si scusa per la propria parte di responsabilità nel caos che si è creato, e si esprime il desiderio di riparare l’amicizia. Se va bene ti rispondono.

Cos’è questa storia del blumkin? No, sinceramente: perché? Perché? PERCHÉ? È una cosa che mi manda al manicomio e mi lascia perplesso.
A te la parola, Urban dictionary: “Quando un uomo seduto sul gabinetto a fare la cacca si fa fare un pompino dalla moglie durante la defecazione”.

Scrivo questa sciocca rubrica di consigli sessuali da tanto tempo, e se è vero che negli anni di domande come la tua ne ho ricevute, non me ne è mai capitata una su una sessione di blumkin andata storta. Quindi il blumkin non esiste, e non ha davvero a che fare col sesso: è solo misoginia e sottintesa violenza, in quanto l’uomo che fa la cacca ordina alla “sua donna” di andare lì e fargli un pompino. L’umiliazione consensuale può essere eccitante, s’intende, ma il blumkin, così come i vari donkey punch (”pugno dell’asino”, che sarebbe quando stai scopando una donna nell’ano e appena prima di venire le molli un pugno sulla collottola perché lei lo stringa) o i dirty sanchez (ovvero quando lo sfili dal culo e glielo sfreghi sulla bocca lasciandole un baffo), insieme ai tanti bambini spaventati che ne parlano, sono solo stronzate. Stronzate sessiste.

Come quasi i tutti i gay over 30, anch’io amo chattare e mandare foto delle mie parti basse sulle app d’incontri. Il mio dubbio è che insegno nella scuola pubblica. Anche se sono convinto di avere diritto anch’io a una vita sessuale, che succede se il destinatario di una foto non la pensa come me? Secondo te devo smettere?
Bisognerebbe scegliere un giorno in cui tutti mettiamo online una foto delle nostre parti basse. Dovrebbe essere una ricorrenza annuale, così la facciamo finita ed evitiamo che i moralisti se la prendano con chi per sbaglio manda una foto che finisce dove non deve. Ma di insegnanti licenziati per aver fatto sexting ce ne sono. Per cui, che tu la smetta oppure no dipende solo dai rischi che te la senti di correre, e dalla fiducia che nutri nella discrezione delle persone conosciute tramite app.

Perché si dice monogamia e non monoamore?
Monogamia deriva del greco “monos” (solo) e “gamos” (matrimonio). Significa quindi “un solo matrimonio”, e non “un solo amore”.

Poiché si può essere monogami senza essere sposati, così come sposati senza essere monogami, forse è vero che bisognerebbe dire monoamore, nel senso di “un amore alla volta, indipendentemente dal matrimonio”. Ma il significato tende a seguire l’uso, e tentare di imporre il termine monoamore sarebbe inutile come tentare di impedire alla gente di usare poliamore solo perché mescola il greco “polys” con il latino “amor”.

Abbiamo entrambi superato i quarant’anni e stiamo insieme da dieci. Lui vuole fare una cosa a tre, e io sono combattuta. Lui dice che vorrebbe aggiungere un’altra donna, io un altro uomo maschio. Che facciamo?
Fate l’upgrade a una cosa a quattro con una coppia eterosessuale.

Grazie a tutti quelli che sono venuti al Wilbur! Mi sono divertito un sacco!

(Traduzione di Matteo Colombo)

Dan Savage sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

Questo articolo è stato pubblicato su The Stranger.

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