Le grida di terrore usano un “canale” di trasmissione riservato, che non viene mai usato nelle conversazioni normali. Questa particolarità delle grida rende possibile la comunicazione del pericolo in modo chiaro e veloce.
Luc Arnal e colleghi hanno analizzato le grida di terrore estratti dai video su YouTube o registrati in laboratorio con la collaborazione dei volontari. Analizzando le caratteristiche fisiche delle grida, hanno scoperto che sono caratterizzate dall’asprezza, una proprietà che le rende molte sgradevoli all’ascolto. Questi suoni spiacevoli occupano l’intervallo di frequenza 30-150 Hz, considerato finora privo di valore comunicativo. La componente aspra è assente nelle conversazioni normali, mentre è presente nei segnali di allarme artificiali.
Usando le tecniche di visualizzazione fMri del cervello, i ricercatori hanno scoperto che la componente aspra attiva una regione cerebrale, l’amigdala, che è coinvolta nella percezione delle situazioni di pericolo. Per questo motivo, scrive Current Biology, le urla sono così efficaci nel comunicare il senso di pericolo in modo universale, senza ambiguità e velocemente.
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