La tregua tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas è stata prorogata all’ultimo minuto per un altro giorno, il settimo. Ma il 30 novembre c’è stato un attacco palestinese a Gerusalemme nel quale tre persone sono state uccise e diverse altre ferite.
La tregua è entrata in vigore il 24 novembre, dopo più di sette settimane di bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, come rappresaglia all’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas sul suolo israeliano, durante il quale circa 240 persone sono state prese in ostaggio.
Pochi minuti prima della scadenza della tregua, il 30 novembre, l’esercito israeliano ha annunciato su X (ex Twitter) che “la pausa operativa continuerà alla luce degli sforzi dei mediatori”. Anche Hamas ha annunciato che la tregua proseguirà per il “settimo giorno”, cosa che è stata confermata dal Qatar, principale mediatore nel negoziato, con l’appoggio di Stati Uniti ed Egitto.
La tregua ha già permesso il rilascio di 70 ostaggi israeliani e 210 prigionieri palestinesi. Anche ventisette stranieri e persone con la doppia cittadinanza (per lo più tailandesi che lavoravano in Israele) sono stati rilasciati al di fuori dell’accordo.
Prima dell’annuncio della proroga della tregua il 30 novembre, le brigate Ezzedine al Qassam, braccio armato di Hamas, e l’esercito israeliano si sono dichiarati pronti a riprendere la battaglia.
L’attacco a Gerusalemme
A rendere la situazione ancora più tesa, tre persone sono state uccise e molte altre ferite in un attacco compiuto da due palestinesi affiliati ad Hamas a una fermata dell’autobus a Gerusalemme Ovest, secondo la polizia israeliana. “Due terroristi arrivati in macchina e armati, uno con un M-16 e l’altro con una pistola,” hanno aperto il fuoco intorno alle 7.40 (ora locale), ha detto il capo della polizia di Gerusalemme, Doron Torgeman.
Il Magen David Adom (Mada), l’equivalente israeliano della Croce rossa, ha identificato uno dei morti come “una giovane donna di 24 anni”. I due aggressori “sono stati uccisi”, ha detto la polizia. Gli agenti hanno formato un cordone di sicurezza, portando via i corpi delle vittime e dei sospetti aggressori e ispezionando la scena.
La tregua tra Israele e Hamas “ha dato risultati”, compreso il rilascio di ostaggi, e dovrebbe continuare, ha detto il segretario di stato americano Antony Blinken, arrivato in Israele il 30 novembre, dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu, prima di andare nella Cisgiordania occupata.
Il sesto scambio tra i prigionieri palestinesi e gli ostaggi di Hamas ha avuto luogo nella notte tra mercoledì e giovedì. Dieci ostaggi israeliani, tra cui cinque con doppia nazionalità (un olandese, tre tedeschi e un americano), nonché due russi e quattro tailandesi, sono stati consegnati da Hamas al Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr), prima di essere portati in Israele.
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In cambio, trenta palestinesi (16 minorenni e 14 donne) detenuti in diverse carceri israeliane sono stati successivamente rilasciati.
Nella notte, Hamas ha affermato di essersi offerto di liberare sette donne e bambini e di restituire i corpi di tre ostaggi uccisi, a suo dire, nei bombardamenti su Gaza in cambio di un prolungamento della tregua, ma che Israele ha rifiutato.
L’esercito israeliano ha detto che sta verificando l’annuncio di Hamas della morte di un bambino di dieci mesi, il più giovane degli ostaggi, di sua madre e suo fratello di quattro anni.
Tra i palestinesi rilasciati nella notte c’è Ahed Tamimi, un’attivista di 22 anni, icona della lotta contro l’occupazione israeliana. È stata arrestata il 6 novembre per un post su Instagram che, secondo fonti israeliane, incitava al massacro degli israeliani e faceva riferimento a Hitler.
La madre Narimane, il cui marito è stato arrestato, ha negato che Ahed fosse l’autrice del post, poiché i suoi account sui social network sono stati sistematicamente bloccati da Israele. Souheir al Barghouti, un’altra delle prigioniere rilasciate, ha dichiarato all’Afp: “siamo stati liberati grazie al sangue versato” a Gaza. Lama Khater, appena uscita dal carcere, ha assicurato all’Afp che l’ufficiale israeliano che l’ha rilasciata le aveva detto “possiamo arrestarla di nuovo e la sentenza sarà più severa”.
Nella notte sono scoppiati scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane fuori dal carcere di Ofer, vicino a Ramallah, nella Cisgiordania occupata. Un palestinese è stato ucciso, secondo il ministero della sanità palestinese. Dall’inizio della guerra quasi 250 palestinesi sono stati uccisi dai soldati o dai coloni in Cisgiordania, ha calcolato il ministero.
La guerra è cominciata il 7 ottobre, quando dei commando di Hamas hanno lanciato un attacco senza precedenti in Israele. Circa 1.200 persone, in grande maggioranza civili, sono state uccise.
Per ritorsione, Israele ha promesso di “annientare” Hamas, al potere dal 2007 a Gaza, bombardando il territorio palestinese e lanciando un’offensiva di terra il 27 ottobre fino all’inizio della tregua. Secondo il governo di Hamas, 14.854 persone, di cui 6.150 sotto i 18 anni, sono state uccise negli attacchi israeliani.