Un cartello che raffigura il primo ministro finlandese Petteri Orpo, con la scritta “il più grande invertebrato del mondo”. (Vesa Moilanen, Lehtikuva)

Il 2 febbraio uno sciopero di massa contro una riforma del mercato del lavoro proposta dal governo ha paralizzato la Finlandia. Secondo le stime, circa trecentomila lavoratori di vari settori hanno aderito allo sciopero, cominciato il 1 febbraio.

Il primo ministro conservatore Petteri Orpo ha presentato una riforma del mercato del lavoro che, secondo i critici, minerebbe i diritti dei lavoratori, con tagli alle prestazioni sociali, licenziamenti più facili e indebolimento della contrattazione collettiva.

Convinto che il paese abbia bisogno di un mercato del lavoro orientato alle esportazioni, che permetta di aumentare la competitività, Orpo ha definito lo sciopero “eccessivo e sproporzionato”.

I sindacati hanno paralizzato il traffico aereo il 1 e il 2 febbraio, costringendo la compagnia di bandiera Finnair a cancellare 550 voli.

Anche treni, metropolitane e tram sono rimasti fermi il 2 febbraio, come la maggior parte degli autobus.

Marko Tuuminen, un abitante della capitale Helsinki, ha dichiarato al quotidiano Ilta-Sanomat di non essere infastidito dallo sciopero: “I lavoratori hanno buoni motivi per protestare. Le conquiste degli ultimi decenni non devono essere cancellate”.

Didattica a distanza

Alcune scuole della capitale hanno dovuto ricorrere alla didattica a distanza a causa dello sciopero dei trasporti, mentre una compagnia di taxi di Tampere ha affermato che le prenotazioni si sono quasi decuplicate, ha riferito l’emittente pubblica Yle.

L’Unione industriale, un sindacato dei lavoratori dell’industria, ha indetto un nuovo sciopero per il 14-16 febbraio.

“Non possiamo accettare che il governo demolisca gli strumenti creati per proteggere i lavoratori”, ha affermato in un comunicato. “Si tratta di una scelta ideologica dettata dalle imprese ai partiti della coalizione”.

Gli scioperi sono relativamente poco frequenti in Finlandia.