L’esercito israeliano ha annunciato il 16 maggio che la sera prima cinque soldati sono stati uccisi da “fuoco amico” a Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza.
“Cinque soldati sono morti e sette sono rimasti feriti quando un carro armato israeliano ha sparato due proiettili contro un edificio del campo profughi di Jabalia”, ha affermato.
In base ai primi risultati dell’inchiesta, i militari che operavano i carri armati erano stati avvertiti della presenza dei soldati all’interno dell’edificio.
Dall’inizio dell’offensiva di terra israeliana nella Striscia di Gaza, il 27 ottobre, sono stati uccisi 278 soldati israeliani.
Iscriviti a Mediorientale |
Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
|
Iscriviti |
Iscriviti a Mediorientale
|
Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
|
Iscriviti |
Intanto, nel gabinetto di guerra israeliano sono emerse alcune divergenze tra il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della difesa Yoav Gallant.
Il 15 maggio, nel corso di una conferenza stampa, Gallant ha affermato di essere nettamente contrario all’ipotesi che Israele possa esercitare un controllo militare o civile sulla Striscia di Gaza al termine della guerra.
“Non accetterò un’amministrazione militare israeliana a Gaza, e sono contrario anche a un controllo civile”, ha dichiarato.
“Chiedo al primo ministro di escludere esplicitamente quest’eventualità e di cominciare a lavorare a un’amministrazione palestinese alternativa ad Hamas”, ha aggiunto.
“L’ipotesi di un’amministrazione militare o civile israeliana a Gaza sarebbe molto pericolosa per lo stato d’Israele”, ha concluso.
Netanyahu è ancora determinato a lanciare una grande operazione di terra a Rafah, nonostante l’opposizione di gran parte della comunità internazionale, che teme un bagno di sangue.
Il 16 maggio il Sudafrica presenterà un ricorso alla Corte internazionale di giustizia (Cig) in cui chiede di ordinare a Israele di rinunciare all’operazione a Rafah per evitare “atti di genocidio” e di aggravare la catastrofe umanitaria in corso.
Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), circa seicentomila palestinesi sono fuggiti da Rafah negli ultimi giorni.
Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 35.233 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato circa 1.170 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.