Il 22 agosto i manifestanti si sono scontrati con la polizia a Jakarta dopo che gli alleati del presidente uscente Joko Widodo hanno cercato di modificare le regole elettorali in un modo che per i critici avrebbe aperto la strada a una dinastia politica in Indonesia.

Lo stesso giorno era previsto che il parlamento annullasse una decisione della corte costituzionale sull’età dei candidati alle elezioni regionali di novembre in base alla quale il figlio più giovane del capo dello stato, Kaesang Pangerap, 29 anni, risultava ineleggibile.

Tuttavia, mentre migliaia di persone partecipavano a una manifestazione di protesta nella capitale, il vicepresidente del parlamento Sufmi Dasco Ahmad ha annunciato che la modifica delle regole elettorali era stata abbandonata.

I manifestanti hanno incendiato pneumatici, fatto esplodere petardi e scandito slogan contro Widodo, comunemente noto come Jokowi, che a ottobre cederà il posto al ministro della difesa Prabowo Subianto, vincitore delle elezioni presidenziali del febbraio scorso.

Alcuni manifestanti hanno divelto una recinzione e cercato di entrare nel complesso del parlamento, ma la polizia li ha dispersi usando cannoni ad acqua e gas lacrimogeni, ha riferito un giornalista dell’Afp.

“Sono qui perché il paese è sull’orlo del baratro”, ha dichiarato all’Afp un manifestante di 64 anni, Muhammad Saleh Zakaria. “I deputati stanno cercando di truffare i cittadini”.

Altre manifestazioni sono state segnalate a Yogyakarta, Makassar, Bandung e Semarang.

“Le proteste sono il frutto di disinformazione e calunnie”, ha dichiarato alla stampa Hasan Nasbi, portavoce della presidenza indonesiana.

Le manifestazioni arrivano pochi mesi dopo che il figlio maggiore di Widodo, Gibran Rakabuming Raka, 36 anni, è stato eletto il più giovane vicepresidente dell’Indonesia, alimentando le accuse di nepotismo.