Il 15 ottobre gli Stati Uniti hanno minacciato di sospendere una parte delle forniture militari a Israele in assenza di un miglioramento significativo della situazione umanitaria nella Striscia di Gaza entro trenta giorni.

L’avvertimento è contenuto in una lettera datata 13 ottobre e inviata al governo israeliano dal segretario di stato Antony Blinken e dal segretario alla difesa Lloyd Austin.

Nella lettera Blinken e Austin chiedono a Israele di “apportare con urgenza dei cambiamenti in modo da garantire la consegna degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese, dato che il livello attuale è troppo basso”, ha dichiarato alla stampa il portavoce del dipartimento di stato Matthew Miller.

La legge statunitense prevede che i beneficiari di forniture militari statunitensi non ostacolino la distribuzione di aiuti umanitari statunitensi. Se lo fanno, gli Stati Uniti devono sospendere le forniture militari.

Il presidente statunitense Joe Biden aveva già minacciato di sospendere le forniture militari a Israele nella primavera scorsa a causa della catastrofica situazione umanitaria e delle troppe vittime civili a Gaza, ma non aveva messo in atto la minaccia, bloccando solo una consegna di bombe ad alto potenziale in occasione di un’operazione a Rafah, nel sud del territorio.

Il 15 ottobre Miller non ha però voluto affermare esplicitamente che Israele sta ostacolando l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza.

Secondo Blinken e Austin, Israele dovrebbe far entrare nella Striscia fino a 350 camion di aiuti umanitari al giorno, aprire un quinto valico di confine e limitare gli ordini di evacuazione allo stretto necessario.

Il 15 ottobre le Nazioni Unite hanno affermato che gli abitanti della Striscia di Gaza stanno affrontando le più serie restrizioni all’accesso agli aiuti umanitari da un anno a questa parte.

Gran parte del territorio palestinese è stata devastata nel corso dell’offensiva condotta da Israele in risposta all’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre 2023.

Da quel momento gli Stati Uniti hanno dato un sostegno quasi incondizionato a Israele, pur criticando spesso la conduzione della guerra da parte del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, soprattutto per l’alto numero di vittime civili.

Dal 6 ottobre l’esercito israeliano sta conducendo un’operazione nel nord del territorio, e in particolare a Jabalia, sostenendo che Hamas stia cercando di riorganizzarsi.