Il gabinetto di sicurezza israeliano si riunirà il 17 gennaio dopo la definizione degli ultimi dettagli dell’accordo per una tregua tra Israele e Hamas, ha affermato l’ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre gli Stati Uniti si sono detti fiduciosi di una sua entrata in vigore il 19 gennaio.

La prima fase della tregua, che durerà sei settimane, prevede il rilascio di trentatré ostaggi israeliani in cambio di centinaia di prigionieri palestinesi, l’aumento degli aiuti umanitari e il ritiro dell’esercito israeliano dalle aree densamente popolate.

In questa prima fase saranno anche avviati dei negoziati per chiudere definitivamente la guerra.

La seconda fase prevede il rilascio degli ultimi ostaggi e il ritiro completo dell’esercito israeliano, mentre la terza prevede la ricostruzione della Striscia di Gaza e la restituzione dei corpi degli ostaggi morti in prigionia.

“Il primo ministro Benjamin Netanyahu è stato informato dal team negoziale che gli ultimi dettagli del rilascio degli ostaggi sono stati definiti”, ha affermato il suo ufficio in un comunicato.

“Il primo ministro ha quindi convocato il gabinetto di sicurezza per il 17 gennaio, prima di una riunione del governo per l’approvazione definitiva”, ha aggiunto.

L’approvazione dell’accordo appare scontata nonostante l’opposizione dei ministri di estrema destra. Uno di loro, il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, ha dichiarato il 16 gennaio che si dimetterà “in caso di approvazione di quest’accordo irresponsabile con Hamas”, senza però ritirare il suo partito dalla coalizione di governo.

Il 16 gennaio il governo israeliano aveva accusato Hamas di aver fatto marcia indietro su alcuni elementi dell’accordo “per ottenere concessioni dell’ultimo minuto”. Un alto funzionario di Hamas, Sami Abu Zuhri, aveva però respinto quest’accusa, ribadendo che il gruppo è pronto a rispettare l’accordo nella sua interezza.

Il gruppo palestinese ha anche avvertito che “qualunque attacco israeliano prima dell’entrata in vigore della tregua metterebbe in pericolo gli ostaggi”.

Il 16 gennaio il ministero della salute di Hamas aveva denunciato l’uccisione di 81 palestinesi nelle ventiquattr’ore precedenti.

Lo stesso giorno il segretario di stato statunitense Antony Blinken si è detto “fiducioso” dell’entrata in vigore della tregua il 19 gennaio, come previsto.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 46.788 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato almeno 1.210 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.