Il 3 febbraio il gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda, ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale per motivi umanitari nell’est della Repubblica Democratica del Congo, pochi giorni prima di un incontro tra il presidente congolese Félix Tshisekedi e il suo collega ruandese Paul Kagame.
La settimana scorsa i miliziani dell’M23 e i soldati ruandesi avevano assunto il controllo di Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu. La loro avanzata era poi proseguita nel vicino Sud Kivu, facendo temere la caduta del capoluogo Bukavu.
In un comunicato emesso la sera del 3 febbraio, l’M23 ha annunciato un cessate il fuoco a partire dal giorno successivo “per motivi umanitari”, aggiungendo di non avere “alcuna intenzione di conquistare Bukavu o altre città”.
La settimana scorsa aveva però affermato di voler proseguire la sua avanzata fino alla capitale Kinshasa.
Dall’inizio del conflitto, più di tre anni fa, sono entrati in vigore almeno cinque accordi di cessate il fuoco, ma i combattimenti sono sempre ripresi.
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Intanto, la presidenza del Kenya ha annunciato che l’8 febbraio Tshisekedi e Kagame parteciperanno a un vertice straordinario congiunto della Comunità dell’Africa orientale (Eac) e della Comunità di sviluppo dell’Africa meridionale (Sadc) a Dar es Salaam, in Tanzania.
Il 3 febbraio il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa ha ribadito il suo sostegno “al popolo congolese” in risposta ad alcune critiche sulla partecipazione del Sudafrica a una missione di pace della Sadc nel Nord Kivu, lanciata nel 2023.
Nelle ultime settimane quattordici soldati sudafricani sono stati uccisi nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Nello stesso periodo, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha), i combattimenti hanno causato in totale almeno novecento morti.
“La nostra missione terminerà quando si rafforzerà la fiducia reciproca e il cessate il fuoco sarà consolidato”, ha affermato Ramaphosa.
Kagame ha invece chiesto il ritiro immediato della missione della Sadc, accusata di non essere imparziale.
Kinshasa accusa il Ruanda di voler mettere le mani sulle risorse naturali delle province del Nord e del Sud Kivu, mentre Kigali smentisce e afferma di voler sradicare i gruppi armati che considera una minaccia alla sua sicurezza, in particolare le Forze democratiche per la liberazione del Ruanda (Fdlr), attivi nell’est della Repubblica Democratica del Congo.