“Donald Trump vive in uno spazio di disinformazione creato dalla Russia”, ha affermato il 19 febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj, in risposta alle critiche che gli aveva rivolto il giorno prima il presidente statunitense, che era sembrato attribuirgli la responsabilità della guerra.

“Purtroppo Trump, che ha tutto il mio rispetto in quanto leader del popolo americano, vive in questo spazio di disinformazione”, ha dichiarato Zelenskyj durante una conferenza stampa a Kiev.

Il presidente ucraino ha anche accusato gli Stati Uniti di “voler aiutare il presidente russo Vladimir Putin a uscire dall’isolamento internazionale”.

Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha invece espresso la sua soddisfazione per le dichiarazioni di Trump. “Il presidente statunitense ha riconosciuto forte e chiaro che una delle cause del conflitto è stata la volontà dell’Ucraina di entrare nella Nato”.

Il 18 febbraio Trump aveva messo in dubbio la legittimità di Zelenskyj e la sua volontà di trovare una via d’uscita dalla guerra, dando anche l’impressione di volergli attribuire la responsabilità dell’invasione russa dell’Ucraina.

In particolare, il presidente statunitense aveva accusato il suo collega ucraino di essere impopolare, di aver cancellato le elezioni e di aver usato male gli aiuti statunitensi.

In realtà, secondo un sondaggio condotto dall’Istituto internazionale di sociologia di Kiev e pubblicato il 19 febbraio, Zelenskyj ha la fiducia del 57 per cento degli ucraini. Trump aveva invece affermato che il tasso di popolarità del presidente ucraino era sceso al 4 per cento.

Per quanto riguarda la questione della legittimità, il mandato di Zelenskyj è effettivamente scaduto nel maggio 2024, ma l’Ucraina ha dovuto cancellare le elezioni a causa della guerra, con la legge marziale in vigore, milioni di persone fuggite all’estero, il 20 per cento del territorio sotto occupazione russa e bombardamenti quotidiani contro le principali città.

Trump aveva poi affermato che Washington “ha dato 350 miliardi di dollari all’Ucraina, e Zelenskyj non sa dov’è finita metà dei soldi”. Secondo l’istituto Ifw, un centro di ricerca economico con sede a Kiel, in Germania, gli aiuti statunitensi dal 2022 ammontano a 114,2 miliardi di dollari.

Intanto, il 19 febbraio è arrivato a Kiev l’inviato statunitense per l’Ucraina, Keith Kellogg, affermando di voler “ascoltare le preoccupazioni degli ucraini”.

Arrivato in treno dalla Polonia, Kellogg ha adottato toni concilianti, dicendo di comprendere la richiesta ucraina di avere “garanzie di sicurezza” in cambio dell’eventuale cessione di territori.

Il 18 febbraio una delegazione statunitense e una russa, guidate rispettivamente dal segretario di stato Marco Rubio e dal ministro degli esteri Sergej Lavrov, avevano partecipato a dei colloqui a Riyadh, in Arabia Saudita, in cui avevano concordato di nominare dei negoziatori per mettere fine alla guerra in Ucraina.

Zelenskyj aveva reagito esprimendo la sua preoccupazione per dei colloqui da cui il suo paese era escluso. Il presidente ucraino ha più volte ribadito che non riconoscerà un accordo raggiunto senza la partecipazione dell’Ucraina.