I ribelli huthi continueranno ad attaccare le navi israeliane al largo dello Yemen, ha affermato il 7 maggio un responsabile del gruppo, nonostante il cessate il fuoco con Washington che ha messo fine a settimane di attacchi statunitensi.
“Le rotte marittime sono sicure per tutte le navi internazionali, con l’esclusione di quelle israeliane“, ha dichiarato Abdulmalik Alejri, precisando però che le navi israeliane non transitano nella zona da tempo.
“Israele non fa parte dell’accordo”, ha sottolineato.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Alla fine del 2023 gli huthi, che controllano ampie zone dello Yemen, avevano cominciato a prendere di mira il trasporto marittimo nel mar Rosso e nel golfo di Aden, sostenendo di agire in solidarietà con gli abitanti palestinesi della Striscia di Gaza.
Rivendicano inoltre regolarmente il lancio di missili verso Israele, che però vengono quasi sempre intercettati.
Il 6 maggio l’Oman, paese mediatore, aveva riferito di un accordo di cessate il fuoco raggiunto tra gli huthi e gli Stati Uniti, dopo che il presidente statunitense Donald Trump aveva annunciato una sospensione dei raid aerei.
L’Oman svolge anche il ruolo di mediatore tra Washington e Teheran nei colloqui sul programma nucleare iraniano.
“Nessuna delle parti prenderà più di mira l’altra”, aveva affermato il ministro degli esteri dell’Oman, Badr al Busaidi. “L’accordo garantirà la libertà di navigazione e la sicurezza del commercio marittimo internazionale”.
Trump aveva dichiarato in precedenza che gli huthi, sostenuti dall’Iran, si erano “arresi” e che quindi i bombardamenti statunitensi sarebbero cessati con “effetto immediato”.
Il cessate il fuoco arriva dopo settimane di bombardamenti statunitensi nello Yemen che hanno causato circa trecento morti, secondo un bilancio dell’Afp basato sui dati forniti dagli huthi.
Le Nazioni Unite hanno accolto con favore l’accordo e lanciato un appello “alla distensione nello Yemen e in tutta la regione”.
Il cessate il fuoco è stato annunciato poche ore dopo una serie di attacchi aerei israeliani che, tra le altre cose, avevano distrutto l’aeroporto internazionale della capitale yemenita Sanaa e causato tre morti, secondo gli huthi.
Il 4 maggio i ribelli avevano lanciato un missile contro l’aeroporto internazionale di Tel Aviv, in Israele, che contrariamente al solito non era stato intercettato dalla difesa aerea israeliana.