Il 15 maggio la difesa civile palestinese ha affermato che almeno 103 persone sono morte nei bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, mentre Israele ha lanciato un’operazione militare in Cisgiordania dopo l’uccisione di una donna israeliana incinta.
L’aviazione israeliana ha preso di mira soprattutto le estremità nord e sud della Striscia, devastata da più di diciannove mesi di guerra.
Hamas ha reagito agli ultimi attacchi accusando Israele di aver rafforzato la sua offensiva militare per boicottare i negoziati per una tregua.
“Nei prossimi giorni intensificheremo la nostra offensiva per distruggere definitivamente Hamas”, aveva dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu il 12 maggio.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Il 15 maggio cinque palestinesi sono stati uccisi durante un’operazione dell’esercito israeliano a Tamoun, nel nord della Cisgiordania.
“Le forze di occupazione hanno ucciso cinque giovani dopo aver assediato una casa nel centro del villaggio”, ha dichiarato il sindaco Samir Qteichat.
L’esercito israeliano ha confermato di aver preso di mira, nei villaggi di Tamoun e Tubas, due edifici usati per pianificare attacchi terroristici.
“I soldati hanno individuato dei terroristi barricati in un edificio e hanno aperto il fuoco: cinque sono stati uccisi e uno è stato arrestato”, ha aggiunto.
Il 14 maggio una donna israeliana incinta era stata uccisa in un attacco vicino alla colonia israeliana di Bruchin, nel centro della Cisgiordania.
Il giorno dopo Israele ha promesso di usare “tutti i mezzi disponibili” per trovare gli autori dell’attacco.
Intanto, il presidente statunitense Donald Trump, in visita in Medio Oriente, ha proposto da Doha, in Qatar, che gli Stati Uniti “assumano il controllo” della Striscia di Gaza “per trasformarla in una zona di libertà”.
Il 13 maggio Netanyahu aveva riferito che i suoi servizi sono in cerca di paesi disposti ad accogliere gli abitanti della Striscia, dopo che nella notte tra il 4 e il 5 maggio il governo israeliano aveva approvato un piano che prevede la conquista del territorio.
Dal 2 marzo Israele sta inoltre bloccando l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, aggravando la catastrofe umanitaria in corso e causando gravi carenze di cibo, medicinali e carburante.
Il 14 maggio la Gaza humanitarian foundation (Ghf), una nuova ong sostenuta dal governo statunitense, ha dichiarato di voler avviare la distribuzione di cibo nel territorio entro la fine di maggio.